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”Bestemmia è libertà d’espressione”

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Il discusso provvedimento della FIGC che porta alla squalifica del tesserato sorpreso a bestemmiare viene ora stigmatizzato dall'organismo internazionale che raccoglie i sindacati dei calciatori, la FIFPro. "E' una violazione dei diritti...
Redazione Toro News

Il discusso provvedimento della FIGC che porta alla squalifica del tesserato sorpreso a bestemmiare viene ora stigmatizzato dall'organismo internazionale che raccoglie i sindacati dei calciatori, la FIFPro. "E' una violazione dei diritti fondamentali. Come chiunque altro, i calciatori hanno il diritto base della libertà di espressione -dice l'avvocato Wil van Megen-, e certe volte gli sportivi si lasciano andare a parole spiacevoli, fino alla bestemmie, ma ciò non toglie il fatto che ognuno ha il diritto di dire quello che vuole". Aggiunge ancora che per rivedere il diritto di libertà di parola dovrebbe intervenire il Parlamento, attraverso il ministero della Giustizia. "Il potere di una Federazione sportiva non può arrivare fino alla restrizione di un qualsivoglia diritto di base", conclude Van Megen.

Le reazioni italiche sono indignate. Durissimo Petrucci: "Hanno perso una buona occasione per stare zitti", dice il presidente del CONI, mentre quello dell'AIA, Nicchi, parla a nome degli arbitri: "Il provvedimento l'abbiamo votato all'unanimità". Demetrio Albertini, sindacalista, un fratello prete, afferma netto: "In campo comportarsi bene vuol dire anche non bestemmiare". Il dibattito prosegue, perché certo non risulta particolarmente edificante ridursi a proiettare mille e mille replay di labiali per scagionare uno Scurto che aveva imprecato contro "zio" o un Marcolini che se l'era presa con "Diaz"; se davvero basta una lettera a cambiare la sostanza dell'intento bestemmiatorio, allora dovremo abituarci alle autodifese da scuola elementare.

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