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2001: dai bimbi, come i bimbi e per i bimbi Granata

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"Pietas granata" è uno spazio ospitato sulle pagine di TN e realizzato da tifosi facenti parte del direttivo del Centro Coordinamento Toro Clubs, aperto con l'obiettivo di creare un confronto chi scrive e tutti gli altri tifosi che...
Redazione Toro News

"Pietas granata" è uno spazio ospitato sulle pagine di TN e realizzato da tifosi facenti parte del direttivo del Centro Coordinamento Toro Clubs, aperto con l'obiettivo di creare un confronto chi scrive e tutti gli altri tifosi che leggessero. Gi autori si offrono infatti di condurre un dialogo aperto anche attraverso i commenti a pié di pagina; sarà pertanto possibile chiedere, osservare, affermare e anche criticare. Senza offese, illazioni e post incivili in generale, naturalmente.

 

“L' immagine è il compito a scuola di mio figlio Lorenzo, sette anni a dicembre, classe seconda elementare della scuola di Borgo Flora - Cisterna di Latina (750 km da Torino). E' lo stesso che a gennaio 2007 (appena compiuti i tre anni) fuori dal Comunale, prima di Toro-Inter, sulle spalle di zio Dario cantava con tutto lo stadio la canzone " tutta l' Italia lo sa... usava il suo cellulare ... ".” Chi mi scrive queste parole è un amico, Carlo Carturan, presidente del TC Latina. Le sue parole sono pervase della gioia di un padre che vede rivivere nel figlio la propria passione, nonostante la distanza da Torino, nonostante gli anni difficili, nonostante le micidiali pressioni mediatiche che tutti i bambini subiscono… nonostante, forse, ogni logica. La mail di Carlo mi ha però fatto tornare alla mente due bellissimi momenti della tormentata scorsa stagione. Il primo a fine settembre 2009, in occasione dell’ormai “storico” Torneo di Roma Granata, per il 2009-2010 organizzato proprio a Latina, prima della partita con il Frosinone. Come capita a qualunque tifoso granata quando vede un bimbo con i nostri colori addosso, mi è rimasto impresso il figlio del “padrone di casa”, il piccolo Lorenzo, che indossava la maglia granata con l’orgoglio e l’entusiasmo che solo i bambini riescono ad avere. Il secondo all’inizio di maggio 2010, a Modena, per la partita di campionato con il Sassuolo. Quando migliaia di tifosi Granata, con lo stesso orgoglio e lo stesso entusiasmo di Lorenzo, in qualche modo tornati bambini, invadevano Modena nonostante gli anni bui, nonostante le difficoltà imposte da una normativa assurda e vessatoria, nonostante ogni cosa. Queste due situazioni, così diverse, ma in fondo così correlate mi hanno portano a convincermi, ancora più di prima, di quanto sia immensa la passione e di quanto enormi siano le potenzialità della tifoseria Granata nel suo complesso. Allo stesso modo è però impossibile non rendermi conto di quanto questa passione e queste potenzialità siano state incredibilmente e assurdamente frustrate da una società che nulla ha fatto per coltivarle, sostenerle, nutrirle. Limitandosi a proferire fiumi di parole, mai suffragate da fatti. Parole destinate a costruire un sentire nuovo, una sorta di realtà virtuale, volta a convincere i tifosi Granata che questa sia la dimensione loro e del Toro e che di questa dimensione debbano imparare ad accontentarsi e perfino gioirne. In ogni fine anno, ciascuno di noi ha la tendenza a fare propositi per l’anno che verrà. Credo, crediamo, come direttivo del CCTC, che l’augurio migliore che possa essere fatto, a noi stessi come a ciascun tifoso Granata, sia quello di poter ancora nutrire il desiderio e la consapevolezza che tutti noi, come Gente Granata, si possa e si debba ambire a qualcosa che vada ben oltre quello che oggi stiamo vivendo. Non un Toro che vinca tutto, sarebbe bello, ma altrettanto impossibile. Ma almeno un Toro fiero, orgoglioso, dignitoso. Un Toro che possa essere quello che ciascuno di noi ha vissuto. Il Toro, appunto. E non quanto oggi, Cairo in primis, stanno cercando di propinarci.. Rivolere, esigere, pretendere addirittura, il vero Toro, per Lorenzo, per tutti i bambini che sono e potranno essere del Toro e per ciascuno di noi. Ottavio Sessa

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