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Luci (ed ombre) di maggio

di Walter Panero

 

Lunedì 7 maggio 2012, ore 8,45. Colle di Superga. Rabbia ed ombre.

 

Silenzio tutto intorno a me. Ancora qualche passo e sarò in cima....

Redazione Toro News

di Walter Panero

Lunedì 7 maggio 2012, ore 8,45. Colle di Superga. Rabbia ed ombre.

“Ma perché, Capitano, perché mai ho addosso questa carogna? Questo odio che spaccherei il muso a ciascuno di loro? Questa rabbia che mi ha fatto esultare come un folle ieri sera al gol di Ibra (dico: ma uno come Ibra!)? E soprattutto perché mai non riesco a togliermi questa negatività di dosso riguardo al nostro Toro? Basta sbagliare un colpo per essere ripresi dal gruppo. Il primo che molla è fregato. E io non riesco a togliermi dalla testa che se qualcuno mollerà, quelli saremo proprio noi . Ma perché? Me lo spieghi il perché, Capitano?”

“Ovvio: perché siamo il Toro!”Mi sembra di sentire nell’aria questa risposta. Non so se essa provenga dalla bocca Capitano o da dentro di me. Non so. Ma la percepisco chiara e forte più che mai.

Adesso però è tempo di salutare il Capitano. Saluta gli Invincibili. Ringrazia loro, e gli Angeli, e la Madonna, e chi vuoi per quello che sai e tornatene a casa ad abbracciare la tua bambina che ti vuol vedere sorridere, altro che con questa carogna che non porta a nulla di buono!E poi stasera, casomai te lo fossi dimenticato, gioca anche il Toro. E senti un’ansia, un'ansia che non riesci a descrivere nemmeno a te stesso. Perché sai che dalla partita di stasera potrebbe dipendere tutto, ma proprio tutto. O meglio: se la vinci fai il tuo dovere, ma se perdi diventa durissima.Ma chi ce lo fa fare di soffrire così?Che domande! Siamo il Toro!Punto.Passiamo oltre va. Tra l’altro, se mi vedono qui che parlo da solo mi portano dritto alla neuro. Altro che bimba!Altro che partita di stasera!

Lunedì 7 maggio 2012, ore 18.15 circa. Barlume e sollievo.

“Oohhhh…un ggranata….” dice sull’autobus uno che puzza di gobbo da migliaia di chilometri. E le due ragazzotte (Debborah? Gessica? Boh...) in sua compagnia se la ridono, che poi chissà cosa ci sarà da ridere.

“Amico mio, lo sai che ci siamo anche noi in questa città sempre più ingobbita? E allora, se lo sai, che cos’hai da stupirti così tanto nel vedermi con la mia maglietta?”, questo vorrei dire.

Ma per fortuna sullo stesso pullman sale una sorella che ho conosciuto in occasione di Toro-Gubbio e che, da allora, faccio di tutto per beccare prima di ogni partita. Eh sì, perché se è andata molto bene quella volta, non c'è motivo per non pensare che vada bene sempre. Che poi la sera del diluvio prima di Toro-Reggina non siamo riusciti a vederci ed è andata come è andata. E neppure col Crotone. Ma stasera è troppo importante incontrarsi ed andare insieme. Stasera è una serata speciale. Stasera bisogna vincere. E basta. Contro il Padova. Contro i gobbi. Contro il sistema, che poi sono la stessa cosa.

“Lascia perdere…non diamogli la soddisfazione di….pensiamo a noi stessi e non a loro…” dice la sorella.

E mi sa che hai ragione lei! Pensiamo che di loro non ce ne frega un fico secco. Pensiamo al fatto che stasera è troppo importante non indebolirsi e farsi del sangue marcio pensando a quegli altri. E’ troppo importante l’unità tra di noi. E’ troppo importante far capire ai ragazzi in campo che siamo una cosa sola. E’ troppo importante e basta. E chi se ne frega di quelli!Beh…insomma….di quelli che devastano, cagano e pisciano me frega eccome. Ma non adesso, non adesso.

“Forza Toro!” ci dice una signora mentre scendiamo dal pullman, io con la mia maglietta della Maratona e la sorella con la sua camicetta sempre assolutamente granata.

“Sempre forza Toro, signora!” rispondiamo noi.Forza Toro! Finché siamo vivi noi sarà vivo anche il Toro! Frega poco del resto. O nulla.

Lunedì 7 maggio 2012. Dalle 19.00 in poi. Luci.

Piano piano la carogna se n’è andata, quasi senza che me ne accorgessi. Merito di tutti questi fratelli.Merito della sorella del 10, e anche del suo meraviglioso regalo. Basta davvero poco per rendermi felice fin quasi alle lacrime. Che poi chi l’ha detto che una cosa che riguarda il Toro sia poco?! Merito di Marco e dello splendido annuncio che mi dà. Te l’avevo detto Marco! Te l’avevo detto! E vedrai che andrà tutto bene! E vedrai che, tra qualche anno, saremo ancora qui allo stadio e non da soli.Merito dell’altro Marco, quello vestito di giallo che poi che cazpita c’entrerà il giallo se siamo tutti vestiti di granata?Merito di Anna. E di Fabrizio. E di Monica. E di Sabrina. E di Nives. E di Loredana. E dei fratelli conosciuti venerdì a Superga. Merito di Carlo che è qui malgrado tutto. Sabato pomeriggio eravamo tutti da Carlo…e adesso….tieni duro Carlo! Un abbraccio grande!Merito del mio socio Mauro con cui per giorni sono stato in contatto più che con la mia stessa moglie. Ma che fine hai fatto Mauro? Hai detto di arrivare puntuale per attendere il pullman di quegli altri, quelli delle luci voglio dire, e poi dei nostri, e adesso non ci sei?Che cavolo di fine hai fatto?

“Sono stato a comprare un’asta per la mia bandiera...” dice arrivando tutto trafelato.

E non potevi pensarci prima, mi vien da dire. E non potevi, dopo che per una settimana ce lo hai menato con la storia delle magliette granata, metterti una cavolo di maglia granata invece che quella da rugbysta che indossi sempre?Va beh. Ti perdono. E ti abbraccio. Ma dacci dentro con quel cavolo di fischietto che arrivano le gallinacce e, come dici tu, dobbiamo far sentire loro chi siamo!Merito di Alessandro e di Alberto e di tutti quelli che hanno creduto in noi e che ci hanno dato spazio.Merito di tutti coloro che hanno portato i fischietti.Merito di tutti coloro che hanno portato i cerini o che ora sono là, in coda dal tabaccaio, per comprarsi le ultime scatole. E pazienza se il tabaccaio è un gobbo e si fa una bella risata alle nostre spalle.Merito di tutti gli altri di cui non conosco il nome, ma dei quali so una cosa sola: che siamo fratelli. Stasera più che mai.

E allora, finalmente rilassati, in campo come sugli spalti, possiamo davvero tirar fuori tutta la rabbia che abbiamo dentro per aver subito, una decina di giorni fa, l'ennesima ingiustizia della nostra storia.Mandare a quel paese i Padovani.Mandare a quel paese i gobbi. Abbracciarci. Sventolare le nostre bandiere. Saltellare.Godere, godere, godere. E festeggiare per le strade senza spaccare nulla e senza imbrattare la città.Perché NOI SIAMO IL TORO!Ed è bello, bellissimo essere quello che siamo.Alla facciazza di quelli là!Ma davvero: chi se ne frega di quelli là?

Lunedì 7 maggio 2012, ore 23.40 circa. Buonanotte.

“Ma che razza di serata è stata questa?” penso mentre varco la soglia di casa dove regna un silenzio che appare quasi irreale, se paragonato alla bolgia in cui mi trovavo soltanto un'ora fa, anche meno.

“Che razza di serata è stata questa?” continuo a ripetere tra me e me mentre sotto la doccia ripenso alla carogna che avevo addosso ieri e stamattina, e la paragono all'esaltazione di poco fa. Troppo perfetta per essere vera. Tutto, proprio tutto, è andato esattamente come lo sognavamo. Dal momento in cui siamo arrivati dalle parti dello stadio due ore e mezza prima che iniziasse la partita (roba da anni Ottanta...oh sì!), a quello in cui ce ne siamo usciti saltellando dallo stadio, fino alle telefonate con gli amici sull'autobus che ci riportava a casa.

“Basta non perdere a Pescara ed è fatta!” diceva intanto qualcuno.

“Noooo....lì puoi anche perdere....l'importante è battere il Sassuolo....quand'è già quella col Sassuolo....martedì? A che ora?” ribatteva qualcun altro.

“Ci servono otto punti ed è fatta!”

“Forse ne bastano anche sette!”

“Beh....nelle ultime due abbiamo Modena ed Albinoleffe....”

“Uhm...non mi fido....meglio risolverla prima!”

Tante parole. Si dicono sempre un sacco di parole in questi casi.

E’ quasi mezzanotte e c’è una parte di me che avrebbe voglia di stare sveglia fino a domattina.Magari uscire in strada. Trovare qualcuno con cui stare tutta la notte a parlare del Toro, di questo Toro, del Toro del passato, della nostra Idea di Toro. Trovare qualcuno con cui parlare di quello stadio così incredibilmente unito. Della Maratona com'era e com'è adesso. Di com'eravamo noi, di come siamo adesso, di come saremo domani se solo....se solo....Ma guardo l'ora. E' tardi. E' stata una giornata pesante e lunghissima. Sono stanco morto. Domani si viaggia e si lavora. E si inizierà a pensare alla prossima partita.Ma adesso no. Adesso voglio solo riposarmi e godermi questo momento.Non mi resta altro da fare che spegnere le luci.

Grazie a Christopher (il “Toro Inglese”) per avermi prestato la foto.