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Bilanci Torino, i meriti di Petrachi: plusvalenze d’oro e “flop” a costo ridotto. Tutte le cifre

Bilanci Torino, i meriti di Petrachi: plusvalenze d’oro e “flop” a costo ridotto. Tutte le cifre - immagine 1
Approfondimento / Alla base dell'utile-record di 37 milioni ci sono anche i meriti dell'uomo mercato granata. Le eccezioni Niang e Rincon
Gianluca Sartori Direttore 

Le plusvalenze del Torino (2015-2017)

Jansson: venduto al Leeds United per 5.5 milioni (2016)

Martinez: venduto all'Atlanta United per 6 milioni (2017)

Maksimovic: venduto al Napoli per 26 milioni (2016)

Zappacosta: venduto al Chelsea per 28 milioni (2017)

Peres: venduto alla Roma per 15 milioni (2016)

Benassi: venduto alla Fiorentina per 13 milioni (2017)

Glik: venduto al Monaco per 10 milioni (2016)

SCELTE GIUSTE - A livello finanziario, il salto di qualità del Torino è stato innescato dalla partecipazione in Europa League del 2014/2015: tra diritti tv, montepremi e botteghino, il Toro passò dai 50.86 milioni di ricavi del 2013 ai 92.5 milioni del 2014. Come noto, il Torino da allora non è più riuscito a qualificarsi in una competizione europea, ma a livello finanziario le casse non ne hanno risentito e i ricavi di bilancio hanno sostanzialmente tenuto il passo. Soprattutto grazie a quanto fatto in sede di calciomercato. A tal proposito non si possono non evidenziare i meriti del direttore sportivo del Torino, Gianluca Petrachi, sia nelle vesti di "venditore", per le ricche plusvalenze messe a segno, che in quelle di "compratore". Prendendo in considerazione gli ultimi tre anni, è da sottolineare che le scelte di mercato del diesse granata si sono sempre rivelate assennate; ciò si può dire anche e soprattutto per quei (pochi) giocatori rivelatisi non all'altezza dal punto di vista tecnico. Deve ancora nascere il direttore sportivo che non sbaglia mai. Ma se di flop si può parlare, si è quasi sempre trattato di operazioni dal costo limitato, per vere e proprie scommesse che non hanno lasciato il segno a Torino ma nemmeno "buchi" importanti nel bilancio del club.

I "flop" di mercato del Torino (2015-2017)

Ichazo acquistato per 1.5 milioni dal Danubio (2015)

Prcic prestito gratuito dal Rennes (2015)

Pryimaparametro zero (2015)

Ajetiparametro zero (2016)

Carlaoclausola rescissoria 400.000 euro dall'Apoel Nicosia (2017)

Gustafson acquistato a 600.000 euro dall'Hacken (2016)

Iturbeprestito gratuito dalla Roma (2017)

Gaston Silvaacquistato a 2.300.000 euro dal Nacional Montevideo, rivenduto a 1.700.000 all'Independiente (2017)

Tachtsidisacquistato a 800.000 dal Genoa, rivenduto a 1.000.000 all'Olympiakos (2016-2017)

Sadiqprestito gratuito dalla Roma

LE ECCEZIONI - Laddove il Torino ha scommesso, lo ha fatto spesso alle condizioni giuste. Laddove invece ha investito, ha spesso avuto ragione. Dettaglio non certo secondario: tantissimi giocatori attualmente in rosa (da Sirigu a Nkoulou, da Baselli a Belotti, da Milinkovic-Savic ad Ansaldi ed altri ancora) hanno un valore di mercato di molto superiore a quello con cui sono sbarcati a Torino. Quando e se dovessero lasciare il granata, alimenterebbero il circolo virtuoso delle plusvalenze. Esulano da questo discorso giocatori come Mbaye Niang e Tomas Rincon, due acquisti del 2017 che hanno fin qui deluso le aspettative. I riscatti dei due costeranno 18 milioni sul bilancio 2018. Non si può non ricordare, però, che si tratta comunque di due giocatori di livello internazionale (uno giocherà i Mondiali, l'altro è capitano del Venezuela), acquistati per assecondare legittimamente le richieste tecniche del tecnico di allora, Sinisa Mihajlovic;  sulla carta erano due elementi in grado di aumentare il livello della rosa, accolti con il favore generale della piazza, ed in ogni caso potrebbero avere l'opportunità di far ricredere tutti nella prossima stagione.

Se il Torino è una società sana dal punto di vista economico e perciò in grado di coltivare legittimamente delle ambizioni sportive, dunque, grossi meriti vanno al direttore sportivo Petrachi, uno che nella maggior parte dei casi vende bene e compra bene. Non per niente è stato insignito di diversi premi personali negli ultimi due anni, mentre il presidente Cairo ha rinnovato il suo contratto sino al 2020.

 

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