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Dopo il derby resta una buona prestazione

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DIAMO I NUMERI / Altro approccio rispetto all'andata. Immobile in ombra.
Giacomo Zanetello

 

Sembrava la volta buona, dopo tanti derby senza vincere e senza segnare, invece il Toro non è riuscito a fare né una cosa né l'altra. Anche in questo caso, ci sono grosse recriminazioni per alcune decisioni arbitrali dubbie, dalla mancata espulsione di Vidal al rigore non concesso su El Kaddouri. Ma rispetto alla sfida di settembre, in cui il Toro non era praticamente sceso in campo, ieri si è vista una buona squadra, più consapevole dei propri mezzi e potenzialità: è mancato solo il risultato.

IL TORO C'È – Lo Juventus Stadium quest'anno è stato per tutti inviolabile: 13 vittorie su 13 in casa per i bianconeri, ma col Torino la vittoria è stata di misura e sofferta. La Juve segna in campionato da 38 gare di fila, ma nelle due con il Torino di questa stagione è riuscita a realizzare appena due gol in totale, uno dei quali in fuorigioco. Numeri che ci fanno capire come, contro una squadra che quest'anno in Serie A non ha rivali, il Toro sia riuscito comunque a farsi valere.Rispetto a cinque mesi fa, tutto un altro Toro. All'Olimpico gli uomini di Ventura scagliarono solo tre tiri verso la porta di Buffon (escludendo quelli murati dai difensori), nessuno dei quali centrò lo specchio. Ieri 11 conclusioni granata, tre nello specchio (più altre molto pericolose ma fuori di poco).

RIPRESA TIMIDA – Nel secondo tempo il Toro ha avuto in mano la partita, ma ci si aspettava qualcosa di più: i granata non hanno tirato fuori la sufficiente cattiveria agonistica, e pur controllando il gioco (53.4% di possesso nella ripresa), non hanno quasi mai creato pericoli alla retroguardia bianconera. Un po' in ombra Ciro Immobile, acclamato alla vigilia come possibile protagonista del derby: quattro conclusioni per lui, nessuna nello specchio (una fuori di poco). Il bomber di Torre Annunziata è stato però spesso lontano dall'azione, e non ha ricevuto molte palle giocabili. Solo 29 i tocchi palla per lui, meno di tutti i giocatori di movimento che hanno iniziato questo match. Bene la difesa, che poco ha concesso all'attacco juventino, e in particolare l'estremo difensore Daniele Padelli: incolpevole sul gran gol di Carlos Tévez, ha effettuato cinque parate.

COI PIEDI PER TERRA – L'amarezza più grande è data dal risultato, una sconfitta non meritata ma da cui si esce consapevoli della propria forza. Al tempo stesso, la classifica parla chiaro e dice che forse è ancora presto per sognare l'Europa. Ora l'importante è raggiungere il prima possibile quota 40, e poi cominciare a costruire il futuro. Per potere, magari già l'anno prossimo, interrompere la striscia di sconfitte consecutive nei derby, giunta a quota sei - record nella storia dei derby della Mole in campionato.

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