Classica del nostro campionato, Toro-Inter arriva dopo la sosta delle nazionali con il suo carico di storie da raccontare.
gran torino
The players – I protagonisti
Questa volta, Gran Torino si volta indietro e guarda I protagonisti, come li chiamò in un film di successo di oltre trenta anni fa, quel genio di Robert Altman.
The players, i protagonisti appunto, gli attori, quelli che recitano un ruolo.
Ma se nel film di Altman i protagonisti erano le star di Hollywood, in questo nostro racconto ad andare in scena sono le comparse, gli eroi per un giorno.
La storia recente di Toro-Inter è piena di personaggi che, per dirla con Andy Warhol, hanno goduto del loro quarto d’ora di notorietà.
20 ottobre 2013.
Toro-Inter 3-3
Protagonista: Nicola Bellomo
Nicola Bellomo ha 32 anni, gioca tuttora nella città in cui è nato e dove ha mosso i suoi primi passi, calcisticamente parlando.
A Bari ha fatto ritorno l’anno scorso, dopo aver attraversato una carriera fatta di tanti, forse troppi, trasferimenti su e giù per lo stivale.
Siamo invecchiati mentre Bellomo elargiva il suo talento a sprazzi, senza mantenere quelle promesse che tanto avevano fatto sperare.
Una traversata del deserto per il talentino di Bari vecchia che arrivò al Toro nell’estate 2013 per esplicita volontà di Mister Ventura.
Centrocampista centrale, all’uopo trequartista, Bellomo esordisce alla quinta giornata contro il Verona.
Ma è all’ottava di campionato che il suo nome finisce nel tabellino di un match pazzo, incredibile e altalenante.
Toro-Inter 3-3 è una montagna russa, la fiera dell’assurdo.
Si conteranno: un palo di Cerci, un’espulsione, quella di Handanovic dopo sei minuti, e un rigore parato da Carrizo a Cerci, un minuto dopo.
Poi nell’ordine: il gol di Farnerud, il pareggio acrobatico di Guarin su un’uscita sciagurata di Padelli, il 2-1 di Immobile e poi il doppio sorpasso interista con Palacio, aiutato da un Padelli in versione acchiappafarfalle.
Al 90' l'ennesimo colpo di scena di una partita folle: punizione di Bellomo dalla sinistra sul lato corto dell’area che si infila sotto l'incrocio grazie (anche) a un'incertezza di Carrizo.
Primo gol di Bellomo in serie A che bastò nell’immediato per racimolare altre presenze da titolare ma non fu sufficiente a convincere Ventura e il Toro a puntare su di lui.
Qualcosa si ruppe. Bellomo iniziò la sua peregrinazione alla ricerca di quel talento inespresso.
Con il Toro in serie A, 7 presenze, 1 gol.
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8 novembre 2015
Toro-Inter 0-1
Protagonista: Geoffrey Kondogbia
C’è un calciatore in crisi di identità. E’ arrivato in Italia da qualche settimana. E’ il terzo calciatore (all’epoca) più pagato dal club in questione.
Il suo rendimento è sotto le aspettative.
Il centrocampista interista Geoffrey Kondogbia diventerebbe potenzialmente un fenomeno parastatale, roba che la Gialappa’s band avrebbe materiale per puntate e puntate.
Ma come spesso accade, solo chi cade può risorgere e il centrafricano risorge, ovviamente, contro il Toro.
Nagatomo calcia una punizione da sinistra, la testa di Palacio prolunga sul secondo palo, Molinaro si dimentica di lui che di mancino al volo batte Padelli.
L’esultanza del centrocampista è emblematica: con entrambe le mani, più volte, mima il gesto di scrollarsi di dosso le critiche come si fa con la polvere al termine di un lavoro sporco.
Non contento, il calciatore franco-centrafricano si ripeterà a distanza di quasi due anni.
Toro-Inter, 18 marzo 2017.
A rompere l'equilibrio è ancora lui, Geoffrey Kondogbia.
Il gigantesco centrocampista si libera in area, con una grande giocata, mentre la difesa protesta per un presunto tocco con la mano, poi rientra da destra e calcia.
L’estremo granata, Joe Hart, è sulla traiettoria ma il suo intervento è goffo e la palla si infila in porta. Per il francese si tratta del secondo gol in serie A.
A fine stagione, Kondogbia lascerà l’Inter per trasferirsi al Valencia.
Con i nerazzurri, in Serie A, 50 presenze, 2 goal, entrambi contro il Toro.
Grazie Geoffrey, è stato un piacere.
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8 Aprile 2018
Toro-Inter 1-0
Protagonista: Adem Ljajic
Il calciatore più talentuoso, bisbetico, bizzarro e magniloquente, passato sotto le insegne del nostro Toro negli ultimi trent’anni.
Lo dico senza timore di smentita.
Vedovo inconsolabile di Adem, il 10 serbo che poteva fare e disfare, inventare, segnare un gol all’incrocio su punizione o stirarsi dopo venti minuti tentando di recuperare il pallone con il gesto dello scorpione mentre lo stesso era ampiamente fuori dal campo.
Un genio che in granata ha collezionato 65 partite, 18 goal e 21 assist.
In questa Toro-Inter ex Edition, (tra campo e panchina ci sono Burdisso, Ansaldi, Obi, Ljajic, Mazzarri, D’Ambrosio, Berni, Padelli e il futuro granata Karamoh) gli ospiti escono sconfitti al termine di una partita che li vede sfiorare il gol a ripetizione, inanellano sedici corner (a uno), colgono tre legni ma vengono battuti dal più classico dei classici: il gol dell’ex.
Dopo una ridda di occasioni interiste, arrivava il vantaggio granata.
Azione centrale di contropiede avviata da Belotti dopo una scivolata di Perisic: il Gallo arriva sulla trequarti ma prima di dettare il passaggio, subisce il ritorno dello stesso Perisic che lo contrasta da dietro.
Il tocco del croato diventa un invito in profondità per De Silvestri, che dalla destra dell'area crossa basso sul palo opposto, dove Ljajic sbuca alle spalle di tutta la difesa e insacca di destro proprio sotto lo spicchio dei suoi vecchi tifosi.
Un calciatore talentuoso e irrequieto. Un vero rimpianto anche, e sopratutto, nel suo breve periodo granata.
L’effimera bellezza di Ljajic è stata un dono.
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13 marzo 2022
Toro-Inter 1-1
Protagonista: Arbitro Guida di Torre Annunziata.
L’arbitro migliore? Quello che non si sente e non si vede.
Guida, nella sua versione torinese, sbaglia ma è il suo collega Massa, seduto in sala Var, a combinarla grossa.
Ne viene fuori quel pasticciaccio brutto de Via Filadelfia, con il fallo, evidente già in diretta, di Ranocchia su Belotti.
Il centravanti granata ruba il tempo all’ex Bari e poi viene toccato duramente sul piede destro.
Il fischietto campano lascia correre e non cambia idea nemmeno dopo il consulto audio con Massa.
Il Toro, già in vantaggio di un gol, ha il difetto di non chiudere il match e viene raggiunto al 93’ da Sanchez, su assist di Dzeko.
Finisce in pari. Con la furia del Toro, la presa in giro di un sistema che nemmeno con il supporto tecnologico e delle immagini risolve le questioni dubbie (e meno dubbie).
Nella conferenza stampa dell’Aia a Coverciano viene ascoltato l’audio del dialogo tra Guida e Massa.
“Palla! Palla! Sì, ha preso palla. Vai, vai!”.
“Pallone e poi piede”.
Rocchi, il capo degli arbitri, ammette l’errore ma difende il dinamico duo, derubricando il tutto come un peccato di superficialità.
Ipse dixit.
Ad oggi, dall’entrata in vigore del Var, uno degli errori più clamorosi mai visti.
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3 giugno 2023
Toro-Inter 0-1
Protagonista: Marcelo Brozovic
Ci aveva punito all’andata, a San Siro, al tramonto di una partita che il Toro avrebbe meritato di vincere.
Ci punisce al ritorno, in una partita che il Toro dovrebbe mordere, masticare e sputare e invece rumina malamente, gettando alle ortiche l’ultima chance europee della stagione.
L’Inter che arriva a Torino a meno di una settimana dalla finale di Champions non è l’avversario arrendevole che molti si aspettano, ma è il Toro a mancare.
Impalpabile, incapace di aggredire l’avversario, incapace di proporre una sua idea di gioco.
Così finisce che gli ospiti colpiscono con una botta centrale di Brozovic che Milinkovic-Savic non valuta correttamente.
Quando la bufera del primo tempo finisce, l’Inter, che avrebbe dovuto avere la testa a Istanbul, ha il 60 per cento di possesso palla e ha sfiorato il gol a più riprese.
Nel secondo tempo c’è tempo per assistere ad una puntata speciale de “Ai confini della realtà”, in cui all’Inter servono ben due portieri per mantenere il vantaggio.
Prima è Handanovic, alla sua ultima partita in nerazzurro, a salvare la porta interista, poi subentra il terzo portiere Cordaz per la classica passerella di fine stagione.
È lui, questa volta, a parare un gol già fatto, su conclusione ravvicinata di Sanabria.
Brozovic nel suo ultimo campionato italiano ha segnato 3 gol.
Handanovic ha collezionato 14 partite da titolare ed è risultato il migliore in campo in tre occasioni (fonte voti, fantacalcio.it).
Una contro l’Empoli, le altre due ve le lascio indovinare.
Cordaz ha giocato 40 minuti in tutto il campionato.
Ad un anno campione d’Italia, cresciuto a pane e racconti di Invincibili e Tremendisti. Laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Ho vissuto Bilbao e Licata e così, su due piedi, rivivrei volentieri solo la prima. Se rinascessi vorrei la voleé di McEnroe, il cappotto di Bogart e la fantasia di Ljajic. Ché non si sa mai.
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