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Derby: un Toro un po’ meno Davide, un po’ più Golia

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Il Granata della Porta Accanto/ Storicamente il derby della Mole e' quello più squilibrato d'Italia: Miha può dimostrare che oltre al cuore c'è qualità e mentalità per giocarsela davvero con la Juve
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Potrebbe essere un derby storico il prossimo Toro-Juve. Potrebbe essere il derby che dimostra come la differenza tecnica e di mentalità tra le due squadre si sia assottigliata riportando l'esito delle stracittadine torinesi maggiormente in bilico. Ovvio che a meno di improbabili tracolli finanziari la Juve resterà sempre favorita per organico ed impatto mediatico, ma davvero si potrebbe assistere ad una nuova era del derby della Mole, una nuova stagione dove il Toro, oltre alle solite ed imprescindibili armi di cuore e tremendismo, potrebbe mettere in campo anche tanta qualità ed una piacevole mentalità vincente.

Sulla carta questa Juve è francamente difficile da affrontare, zeppa com'è di campioni, solida mentalmente e molto tutelata. Ma quest'anno pur vincendo tantissimo ha già perso delle partite anche contro avversari i cui organici non sono molto lontani per cifra tecnica da quello del Toro (Genoa e Milan). Appurato quindi che non è imbattibile, cosa fa essere fiduciosi noi tifosi del Toro in vista de “la partita” per antonomasia? A mio parere due cose: una crescente mentalità vincente ed un'indiscutibile superiore valore tecnico di parte della rosa rispetto alle rose granata degli ultimi decenni. Hart, Castan, Ljajic, Falque e Belotti sono una garanzia di qualità e di personalità fondamentale per non partire al fischio di inizio con un demoralizzante senso di inferiorità. Hart è in quella ristretta élite mondiale di portieri di cui Neuer e Buffon sono gli apici, Castan vale il suo dirimpettaio Benatia con cui formava un'eccezionale coppia ai tempi della Roma, Ljajic è un talento puro “ alla Dybala” e Belotti non ha nulla da invidiare a Mandzukic avendo per di più le stesse medie realizzative di Higuain (oltre alla stessa clausola rescissoria!). Falque, se in giornata, vale un Cuadrado, Zappacosta e Barreca possono giocare sugli standard di Lichtsteiner e Alex Sandro, mentre Valdifiori come regista puro è forse più nel suo ruolo rispetto ad un Marchisio riadattato, certamente più devastante da interno di centrocampo. Benassi ha i mezzi per diventare in futuro un Khedira italiano e Baselli tecnicamente è superiore a Sturaro e Lemina (non per niente la Juve ci aveva fatto un pensierino). Forse il solo Rossettini appare un gradino sotto a tutti, però in campo per fortuna non ci vanno i valori del fantacalcio, ma giocatori veri, con i loro alti e bassi, le loro giornate di grazia o i loro errori madornali.

Sono molto curioso di vedere, quindi, come il Toro affronterà questo derby e pur, ovviamente, sperando in un risultato positivo che, specialmente qui “in casa” da noi penso sia davvero alla portata, mi auguro di vedere il giusto atteggiamento di chi e' consapevole di dover fare una prestazione maiuscola per ottenere qualcosa, ma è conscio di avere tutte le carte in regola per farcela.

Se il Toro continuerà a crescere come sta facendo (e il rinnovo di Belotti certifica che il tetto ingaggi si e' spostato verso il milione e mezzo, quindi più in linea con quello di squadre che lottano stabilmente per i primi 6-7 posti della classifica) questo potrebbe essere il derby che inaugura una nuova era: non ancora un ritorno alla « quasi » parità degli anni Settanta, ma uno scontro Davide contro Golia in cui Davide è più grosso ed ha una fionda decisamente più potente!

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