A carte coperte, a fari spenti, sotto traccia e soprattutto senza fretta, che come si sa è cattiva consigliera. L'estate mercatara del Toro non ha mai rispettato alla lettera le summenzionate linee guida come quest'anno. Non c'è traccia di un allenatore, e i rumors continuano ad aggirarsi introno al nome di Vanoli, illustre sconosciuto in serie A che (lo speriamo tutti) farà ricredere gli scettici, ma che sulla carta resta un profilo poco esperto e per nulla vincente.
GRANATA DALL'EUROPA
La lenta estate
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Se il dopo Juric doveva essere il momento della ricerca del salto di qualità (e di ambizioni), non si capisce la scelta di puntare (tra l'altro parrebbe con poca convinzione, visti i tempi letargici) su una scommessa in panchina. Il tiramolla infinito sull'ingaggio del nuovo mister non sorprende nessuno, dato che è ormai diventata la cifra stilistica della società. Ora, sia chiaro che una clausola di un milione di euro è un'enormità per noi comuni mortali, e nessuno si sognerebbe di mettere in discussione il diritto di negoziarla. Stiamo però parlando di un'azienda che fattura circa un centinaio di milioni l'anno, e per la quale l'arrivo del nuovo mister è dirimente per dare il via tempestivo a cessioni ed acquisti, e per cercare di anticipare le mosse sui profili individuati. La questione meriterebbe forse un approccio meno attendista. Tra l'altro l'affaire Vanoli illustra in tutta la sua per pervicacia la dicotomia mediatica che si è creata intorno al Toro. Se una parte della stampa dedicata ai colori granata non perde occasione per gridare titoli e presunti scoop (e spesso assestare acide stilettate), l'altra algidamente assiste alle evoluzioni di mercato senza degnarle di un commento, e continua a produrre schede (a volte al limite del surreale) su qualità e voglia di rivincita di onesti pedatori che, per carità, fanno il loro mestiere ma non si capisce cos'abbiano per meritarsi paginate intere (soprattutto dopo un'annata in cui la mediocrità ha preso il sopravvento).
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L'exit di Juric (a cui vanno le più sentite condoglianze) merita qualche parola. Come prevedibile non si è scatenata la caccia al mister croato da parte di formazioni più ambiziose, nonostante il consistente valzer di panchine a cui abbiamo assistito. Probabilmente il carattere spiccio ed angoloso non ha contribuito ad alimentare fiamme, per il momento, ma a Juric vanno riconosciuti tanti meriti e non si può che augurargli il meglio per il suo futuro. Sul fronte dei giocatori languiscono novità e persino sussurri. Per un Masina confermato, pochi e volatili nuovi profili sono stati accostati al Toro. Chiaro che l'assenza del nuovo allenatore allunga i tempi, notoriamente prolissi, del mercato, quindi anche in questo caso nessuna novità rispetto al passato. Visti i prodromi, meglio prepararsi a lunghe attese e non alimentare troppe aspettative sulla qualità dei nuovi innesti. Anche per la telenovela Buongiorno ci sarà tempo. Per ora distraiamoci con l'europeo e le sfide dell'Italia, che offre a dei giocatori del Toro la possibilità di sognare un titolo. Questa sì una grande novità che a chi veste la maglia granata - e a chi lo sostiene - è negata ormai da decenni.
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