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Contro il diavolo…le corna del Toro! E’ ora di vincere

  Torino Milan è sempre stata una sfida accesa da tanto agonismo ma anche dal bel gioco espresso in campo. Non potrà deludere le attese la partita di oggi....
Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

 

 

Torino Milan è sempre stata una sfida accesa da tanto agonismo ma anche dal bel gioco espresso in campo. Non potrà deludere le attese la partita di oggi. A poche ore dal fischio dell’arbitro le due compagini affilano le “corna”, il Toro per riscattare la sconfitta del derby e il Milan per dare continuità nei risultati in campionato.

Con un Milan in ascesa Ventura cercherà di regalare la prima vittoria contro una “grande” prima che si chiuda il girone di andata. Fin qui il Toro ha dimostrato di potersela giocare contro tutti e con le squadre che ambiscono a scudetto e posizioni europee. Questo è successo contro l’Inter, contro la Roma e per 30 minuti contro la Juventus, nonostante tre sconfitte e quindi zero punti. Meglio è andata contro il Napoli, la Fiorentina e la Lazio. Da tutti gli allenatori avversari sempre molti complimenti ma alla fine sempre pochissimi punti che hanno lasciato il Toro in una posizione di classifica sempre pericolosa.

Adesso sarebbe ora per il Toro di lasciare a bocca aperta mister Allegri, togliendo fiato e ossigeno ai giocatori  rossoneri, dando respiro alla propria posizione in campionato, incassando tre punti . E’ tempo per il Toro di dimostrare, non solo di tenere bene il campo e fare buone prestazioni, ma di saper vincere.

 

Sin qui il campionato dei granata può definirsi dignitoso. Bisogna sempre sottolineare che dopo anni di purgatorio il Torino è da pochi mesi in serie A e per molti calciatori è una realtà completamente nuova.Quindi rileggendo il percorso di Bianchi e company e la posizione occupata in campionato ( 14° posto con 15 punti , 16 senza penalità) non si può essere delusi. Ma adesso è l’ora di vincere per non farsi risucchiare  nella zona calda di chi combatte per non retrocedere. D'altronde la classifica rimane sempre molto corta: il Genoa terz’ultimo è a sole tre lunghezze dai granata, mentre Bologna e Palermo sono ad un solo punto dal Toro. In una situazione del genere è vietato qualsiasi tipo di rilassamento anzi , repeat, è tempo di vincere e dare una ‘botta’ vera alla risalita.

 

La partita di oggi è molto difficile, come tutte, ma ogni volta che il Toro ha subito una sconfitta ha poi sempre fatto, nella partita successiva, un buona prestazione con  punti. Questo può essere rassicurante ma non basta. Occorrerà essere più incisivi e gagliardi , dannandosi l’anima  su ogni pallone, togliendo fiato e fantasia alla squadra avversaria. Come bisognerà dimenticare gli strascichi lasciati dal derby , compresa la maglia bianconera cercata con foga da Ogbonna dopo la partita o il viso per nulla dispiaciuto alla sconfitta da Stevanovic, che se la rideva  con Vucinic.  Domani bisognerà unire ogni forza per mettersi in tasca i tre punti importanti. I 90 minuti dovranno essere di “fuoco granata”.

Difficile che il Milan si presenti con Montolivo, solo l’ultima rifinitura di domani dirà se il regista  rossonero sarà della gara. Senza l’ex viola il Milan potrebbe schierarsi a centrocampo con De Jong, Nocerino e uno tra Flamini e Emanuelson,  mentre la linea d’attacco potrebbe essere composta da Robihno, Pazzini e El Sharaawy. Senza il classico regista il Milan punterà a dare palla lunga  per le ripartenze del ‘faraone’ e per il brasiliano. E’ chiaro che occorrerà mettere il bavaglio agli attaccanti rossoneri e per farlo sarà necessario prevenire i passaggi verso i due attaccanti esterni citati. Un pressing asfissiante sui portatori di palla avversari, che non hanno caratteristiche tecniche  da geometri del centrocampo, potrebbe  essere una soluzione vincente. Se Robihno e El Sharaawy riceveranno pochi rifornimenti i pericoli saranno minori e il Toro potrebbe giocare sulle ripartenze veloci dei propri esterni.

 

Il Toro? Deve giocare come sa , in undici uomini sul campo, ma con più cinismo e più cattiveria davanti alla porta di Abbiati o Amelia.

 

Gino Strippoli

 

(foto Dreosti)

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