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Le porte aperte e le promesse da marinaio

Editoriale / Porte aperte al Filadelfia: è stato bello finché è durato. Ma questa è un'altra brutta figura evitabile

Nicolò Muggianu

Due allenamenti. Tanto è durata la "promessa" di Mazzarri, che prima della trasferta di Brescia (un po' a sorpresa, a dire la verità) aveva dichiarato: "Con la società si era detto che avremmo aperto le porte e continueremo a farlo. Spero che ci sia rispetto e civiltà del lavoro e dell'allenamento stesso. Noi terremo sempre aperto il primo giorno della settimana". Una promessa, o almeno tale era parsa ai più, che a meno di un mese di distanza - le parole sono datate 8 novembre 2019 - è già stata infranta. Tutto torna al punto di partenza: oggi il Torino tornerà ad allenarsi a porte chiuse. Insomma, è stato bello finché è durato.

https://www.toronews.net/toro/toro-mazzarri-assicura-il-fila-rimarra-aperto-ma-voglio-rispetto-e-civilta/

Come interpretare questa decisione - più che lecita, sia chiaro - della società? Difficile pensare che tra le cause del netto 0-3 rifilato dall'Inter due giorni fa ci sia l'allenamento a porte aperte di lunedì scorso. Indubbiamente però il momento è complicato e probabilmente la squadra ha bisogno di lavorare in tranquillità. A questo punto però sorgono spontanei almeno un paio di interrogativi. Si ha forse paura di qualche focolaio di contestazione? Che ci sia di mezzo una questione di sicurezza? Due domande a cui è difficile rispondere senza ulteriori segnali dalla società. Resta però un altro dato fatto non trascurabile: una promessa è una promessa, e in quanto tale andrebbe mantenuta. Perché questa brutta figura può essere più controproducente di qualche fischio o qualche coro in un piovoso lunedì pomeriggio al Filadelfia. Parafrasando Abramo Lincoln: non promettere ciò che non dovresti, per non essere chiamato a rispettare ciò che non puoi.

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