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Stessa squadra, stesse lacune, zero mercato. Toro KO e appeso a un filo in Europa

TURIN, ITALY - AUGUST 22:  Diogo Jota (C) of Wolverhampton Wanderers clashes with Armando Izzo (L) and Daniele Baselli of Torino during the UEFA Europa League Playoffs 1st Leg match between Torino and  Wolverhampton Wanderers at Stadio Olimpico on August 22, 2019 in Turin, Italy.  (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Occhi Sgranata / Torna la rubrica del nostro Vincenzo Chiarizia: "Lunedì scorso ho visto la partita Wolverhampton – Manchester United, per farmi un’idea sull’avversario"

Vincenzo Chiarizia

Lunedì scorso ho visto la partita Wolverhampton – Manchester United, per farmi un’idea sull’avversario. Con un gruppo di amici granata avevo commentato quella gara sottolineando quanto gli arancioneri siano davvero simili a noi. Nel primo tempo avevano giocato quasi intimoriti dall’affrontare una big e si sono dimostrati davvero poca cosa, chiudendo la prima frazione sotto di un gol. Nel secondo tempo invece hanno avuto una grande reazione con Neves (ieri sera in panchina) a segnare un gran gol e Adama Traoré che avevo definito testualmente una “furia” dal grande fisico e grande esplosività, capace anche di crossare bene. Confidavo che i soli tre giorni per recuperare e smaltire le tossine delle fatiche del match contro i Reds sarebbe stato complicato per gli uomini di Espirito Santo, purtroppo mi sbagliavo.

Ieri il Toro ha meritato la sconfitta. Loro sono stati superiori pur evidenziando anche qualche limite. Traoré sulla destra è stato l’uomo chiave per i Lupi. Ansaldi non è riuscito a contenerlo. Magari l’unico che fisicamente poteva restituirgli pan per focaccia era Ola Aina, ma essendosi aggregato in ritardo, non aveva i novanta minuti nelle gambe.

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La gara di ieri ha offerto pochi spunti di riscossa dopo i gol incassati (Belotti, Zaza, Izzo e De Silvestri gli unici a tentare di tenere a galla la barca) e molti di resa. Partiamo dalle parole del pregara totalmente fuori luogo di mister Mazzarri, che ha testualmente dichiarato “Se fossimo eliminati, ci spiacerebbe. Ma guardiamo cosa ha fatto l’Atalanta l’anno scorso dopo l’eliminazione: c’è stato un contraccolpo psicologico ma poi si sono ripresi alla grande e sono arrivati quarti. Anche da una possibile eliminazione si può uscire in tanti modi diversi. […] Comunque, quel che avremo fatto in queste sei partite servirà per crescere, in ogni caso, sarà un’esperienza preziosa per il nostro gruppo. In caso negativo, il percorso fatto sin qui sarebbe comunque prezioso per la nostra rosa, questo lo dico già da ora”. Sinceramente non ho mai sentito nessun allenatore commentare l’eventualità dell’eliminazione prima di una doppia andata e ritorno. Mi chiedo ccome, prima della gara di ritorno, potrà incoraggiare la squadra a crederci?

Altro segnale di resa sono stati i cambi. Sullo 0 a 1 ha tolto Berenguer per Lukic e sull’1 a 2 Meité per Rincon. Perché non aumentare il potenziale offensivo per cercare di recuperare? Togliere Berenguer e passare ad un tridente con Millico per cercare di raddrizzare la gara magari anche per la squadra poteva essere un messaggio di riscossa. Forse Millico non convince appieno il tecnico o è troppo acerbo, fatto sta che se hai lui e Rauti in panca, in una gara come quella di ieri uno dei due lo devi buttare nella mischia.

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Altro segnale di resa è stata la guida rossa spianata da Nkoulou a Raùl in occasione del terzo gol. Un “prego si accomodi” che difficilmente si vede sui campi da gioco.

Mentre la gara proseguiva mi tornavano in mente tutte le dichiarazioni del presidente. Il 29 giugno il massimo dirigente granata, dopo l’ufficialità del ripescaggio del Toro in EL, dichiarava testualmente “Avevamo già il nostro piano di rafforzamento, con il mantenimento dei nostri migliori e un paio di innesti che è quanto riteniamo giusto, anche con qualche giocatore in più per avere panchina lunga. Con l’Europa non cambia nulla”. A quanto pare invece è cambiato tutto. La panchina è rimasta corta e i due innesti (che ancor prima però erano tre) non sono arrivati.

L’11 Luglio sempre Cairo dichiarava: “Abbiamo passato la finestra di mercato a dire ‘no’, che a ora, sono stati 11. Erano tutte offerte importanti. Per noi era molto importante mantenere la stessa rosa dell’anno scorso, perché con un allenatore come Mazzarri che lavora molto sui dettami tattici, era fondamentale. […] Vogliamo un attaccante di piede destro che possa giocare a sinistra. Abbiamo alcuni profili, vediamo. C’è tempo, ma ovviamente prima lo prendiamo e meglio è”. Quindi il presidente riconosceva la necessità di prendere qualcuno in tempi rapidi, ma a quanto pare, vista la rosa oggi, non è stato un aspetto di fondamentale importanza per lui.

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L’8 agosto il presidente dichiarava: “Questa squadra deve fare dei passi avanti che sono importanti anche in Europa League, è difficile migliorarla”. Cioè si è passati dalle due pedine da prendere di fine giugno alla difficoltà nel migliorare qualitativamente la squadra per quello che offre il mercato.

Ieri - 22 - agosto prima della gara contro gli inglesi, Cairo diceva che “I nuovi acquisti non sarebbero stati funzionali per questa partita…” certo, se si fanno il 20 di agosto, ovviamente no. Se al contrario si fossero fatti ad inizio luglio, come lui stesso dichiarava il 29 giugno scorso, forse lo sarebbero stati. E dopo la sconfitta in casa contro il Wolverhampton, il presidente ha rilasciato la dichiarazione che apre scenari inquietanti in caso di eliminazione “L’obiettivo mio è quello di tenere tutti i migliori giocatori, io confermo quello che ho detto. Dopodiché le combinazioni di mercato degli ultimi giorni vedremo cosa ci offrono e valuteremo cosa fare. Però non so dirlo adesso, il mio obiettivo l’ho mantenuto fino ad oggi. Poi è chiaro che devi avere tutti quanti che sono felici di restare”.

Ecco fatto. In caso di eliminazione dall’EL, si prevede dunque qualche cessione eccellente motivata al solito modo. A questo punto mi aggrappo al cuore Toro del nostro capitano, che possa trascinare i suoi compagni ad una vittoria in terra inglese che ci consenta in primis di passare il turno e che in secondo luogo non faccia uscire fuori giocatori “infelici di restare”.

In definitiva mi duole constatare che l’atteggiamento della presidenza in questi mesi estivi di calciomercato ha solo evidenziato, a mio modo di vedere, come l’accesso ai gironi di Europa League non sia considerata una priorità. Ce ne faremo una ragione, ma per favore presidente, la prego, la smetta di illudere i tifosi.

Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.