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Il Guazzabuglio

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I Comi? Di bene in meglio! - Inizio di settimana trionfale per il direttore generale granata. Laureatosi a pieni voti come direttore sportivo a Coverciano, Antonio Comi avrà sicuramente gioito per l'ennesima ottima prestazione, condita dal...
Beppe Pagliano

I Comi? Di bene in meglio! - Inizio di settimana trionfale per il direttore generale granata. Laureatosi a pieni voti come direttore sportivo a Coverciano, Antonio Comi avrà sicuramente gioito per l'ennesima ottima prestazione, condita dal gol partita, di suo figlio Gianmario a Bari nel posticipo di B con la sua Reggina. Gol di rapina, da bomber smaliziato che sta seguendo alla lettera gl'insegnamenti preziosi di uno che i gol non li ha mai lesinati in carriera: l'allenatore dei calabresi Davide Dionigi. Il Toro, non dimentichiamolo, possiede ancora il 50% del suo cartellino. Che bravi questi Comi! E se da gennaio tornassero a vivere sotto lo stesso tetto qui a Torino? Non sarebbe un male, anzi!Roma, i motivi di un flop - Viviamo in una società che, volente o nolente, è abituata alla sfida perenne. Il calcio non può sfuggire quindi alla logica di premiare chi fa bene e di punire chi invece ammanta di chiacchiere il proprio fallimento. Chi fa bene in questo calcio dove si gioca troppo e ci si allena troppo poco? Chi cerca l'armonia fra mister, giocatori, dirigenza e abbonati. Il bravo mister non si limita a insegnare calcio: deve anche vivere a stretto contatto coi giocatori che, a loro volta, mancherebbero di professionalità se non si aiutassero gli uni con gli altri. Ai dirigenti spetta controllare, in modo discreto, che tutto o quasi fili via liscio come l'olio. I tifosi? Loro stanno vicini, negli allenamenti o durante le gare, ai propri beniamini. Chi fallisce? Di certo i prossimi avversari del Toro. Roma, sponda giallo-rossa: qui lo slogan “largo ai giovani”, strizzando l'occhio al grandissimo Barcellona di Laporta, Guardiola, Beguiristain e Soriano, sta producendo guasti inenarrabili. Eppure il vivaio è sempre stato uno dei punti di forza di questo club. Ma non basta! Alla Roma non c'è e probabilmente non ci sarà mai l'armonia fra i giovani talenti e le cosiddette bandiere, Totti e De Rossi, perchè l'allenatore – la scorsa stagione Luis Enrique, Zeman in questa – si occupa quasi esclusivamente di tattiche di gioco. I dirigenti latitano, occupandosi più di mercato o di marketing che di fare filtro col mondo che li circonda. Come quei giornalisti attigui ai bollenti tifosi della Curva Sud che vengono troppo facilmente a conoscenza del caos imperante a Trigoria e dintorni. Il derby appena perso malamente ha acuito i problemi e la straordinaria vena realizzativa dell'ex River Plate Eric Lamela sembra inutile. Lunedì prossimo Ventura e i suoi avranno l'occasione ghiotta di infliggere il colpo di grazia a questa autentica armata Brancaleone: guai se la fallissero!Miguel, che portafortuna! - A proposito di River Plate. Veni, vidi, vici: sulle orme del condottiero romano Caio Giulio Cesare è approdato la scorsa settimana a Torino, grazie ai buoni uffici dei meravigliosi volontari del Museo della Memoria Granata di Villa Claretta a Grugliasco, colui che definirei l'ambasciatore del Toro in Argentina. Miguel Duval, questo è il suo nome, è fan storico e socio del River. Fisico mingherlino, Miguel possiede lo sguardo fiero di certi gauchos protagonisti di Adan Buenosayres, meraviglioso romanzo di Leopoldo Marechal dei primi del Novecento. Dapprima ha partecipato – vedi il bel servizio su Toro News di Beppe Pagliano - all'inaugurazione della mostra dedicata da Beccaria & CO al grande Valentino Mazzola. Poi si è recato allo stadio a tifare per i suoi granata esultando per la vittoria di misura ma meritata contro il Bologna. Infine è ripartito, il cuore colmo di gioia per i nuovi amici italiani incontrati, alla volta della sua adorata nazione. Caro Miguel, mi raccomando: torna a Torino più spesso, il popolo granata ti attende!Renato Tubère

(foto Campo)

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