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Toro-Udinese: testa a testa

TURIN, ITALY - JUNE 23:  Andrea Belotti (C) of Torino FC celebrates the opening goal with team mates Nicolas Nkoulou (L) and Gleison Bremer during the Serie A match between Torino FC and  Udinese Calcio at Stadio Olimpico di Torino on June 23, 2020 in Turin, Italy.  (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Sotto le granate / Torna la rubrica di Maria Grazia Nemour: “ Quello del Toro è stato invece un testa a testa emotivo, dove il primo e il penultimo della fila festeggiano il gol correndosi incontro e aggirando l’ostacolo che ci comanda...

Maria Grazia Nemour

"È stata una partita di testa quella tra Toro e Udinese, non nel senso che sia stata particolarmente ragionata, quanto piuttosto che la testa – intesa come elemento anatomico – è stata chiamata in causa più volte.

"Tanto si è detto e scritto sugli approcci diversi al gioco adottati dalle due squadre: l’Udinese ha costruito senza mai ottenere ilrisultato di quanto impostato, il Toro ha investito sulle ripartenze veloci, che almeno in un caso hanno dato frutto, un frutto maturato nell’assist di Edera e colto al volo dal sinistro velocissimo di capitan Belotti.

"Forse è proprio nella diversità di questo testa a testa, che si è infilata la vittoria del Toro.

"Quello dell’Udinese è stato potente ma non ha mai preso il tempogiusto, rappresentato in una sola immagine dall’investimentoaereo tra le teste di Samir e Nuytinck. Una fisicità che balla senzasentire la musica, producendo scontro.

"Quello del Toro è stato invece un testa a testa emotivo, dove il primo e il penultimo della fila festeggiano il gol correndosi incontro e aggirando l’ostacolo che ci comanda distanti: le teste di Belotti e di Izzo si appoggiano una all’altra, una sorta di bacio con la fronte. Un gesto intimo, col quale si apre una via per fare passare i pensieri e scoprirli uguali. Il testa a testa che fa coesa una squadra, la mente condivisa che orchestra l’unicità del corpo, proprio quello che da mesi ci mancava.

Il perché di questa mancanza è difficile da dire, la bellezza delle persone sta anche nelle fragilità, così come si rinvengono fragilità nelle bassezze. Oggi si festeggia una vittoria e non è il caso di dire troppo sulla mancanza. L’importante è che l’abbia lungamenteindagata Longo, questa mancanza, quando ha assunto il temerarioobiettivo di colmarla.

"Comunque, se esistono giocatori che non hanno mai perso la testanel presente diabolico campionato, uno di questi è sicuramente Sirigu, che da quando è giunto al Toro ha sempre avuto una sola parola, quella data sottoscrivendo il suo contratto, a consacrazione della porta. Gli urli indirizzati alla panchina e ai compagni, negli stadi muti ai tempi del 2020, echeggiano di un Sirigu imponente che sempre c’è.

"L’altro giocatore è ovviamente il Gallo, che dispone del migliore dei pregi affidati agli esseri umani: non disgiunge mai testa e cuore, dove va una, segue l’altro. Un gioco di grande forza.

"Forse, il giorno dopo la partita, si può dire che il testa a testa che più realisticamente rappresenta Toro-Udinese è quello tra Izzo e Samir: si scontrano in aria ed entrambi finiscono a terra, si rialzano frastornati, e si riprende a giocare.

"Ora che abbiamo ricominciato non possiamo smettere di giocare, e la testa deve già essere a Cagliari.

Mi sono laureata in fantascienze politiche non so più bene quando. In ufficio scrivo avvincenti relazioni a bilanci in dissesto e gozzoviglio nell’associazione “Brigate alimentari”. Collaboro con Shakespeare e ho pubblicato un paio di romanzi. I miei protagonisti sono sempre del Toro, così, tanto per complicargli un po’ la vita.

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