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Cerci, bella la vita al condizionale

Cerci, bella la vita al condizionale - immagine 1
Tocco di Mano / Per l'esterno di Valmontone, si potrebbe quasi restare a Torino...
Manolo Chirico

Alessio Cerci in questo momento è il Toro. Il miglior giocatore in rosa, il più decisivo. Quindi, quello che più fa gola alle altre squadre.

Ma Alessio Cerci sta bene qui, anzi. La casacca granata gli calza a pennello, o quasi. Già, perché per quanto egli vi sia ormai affezionato la maglia granata - lavata e rilavata più volte - inizia quasia stargli un po' stretta.

''Al 50% resterò qui'', una frase che sta a metà tra il dovrei e il potrei. Il classico sì con il condizionale. Tradotto: la permanenza di Alessio Cerci al Toro è quasicerta.

Ecco, ciò che conta è proprio il ''quasi''. Quella parolina di cinque lettere che tiene in equilibrio la bilancia. Che lascia in sospeso ogni giudizio.

Ci sono momenti nella vita in cui il condizionale è d'obbligo: si potrebbe quasipartire, si potrebbe quasirestare - come diceva qualcuno -.

E allora, si potrebbe quasifare così: Cerci resta a Torino, da protagonista. Con un futuro da eroe granata e un sogno chiamato Europa. Oppure, si potrebbe quasifare cassa e continuare a vivere come se nulla fosse. Senza particolari sogni e senza particolari ambizioni proibitive o proibite, segliete voi.

Che bella la vita, vissuta al condizionale. Vero? Peccato che non possa esser sempre così, peccato...Perché il tempo per usare il condizionale prima o poi finisce. E quel quasi, deve lasciare spazio alle certezze.

E spesso e volentieri arriva il momento in cui ci si ritrova a dire: ''se avessi scelto, se fossi rimasto...Forse...''. Ed è lì che ritorna quella parolina di cinque lettere, capace d'accendere il cuore in un attimo. Come la carbonella quando si prepara la brace.

Brutta la vita, quando al posto del condizionale c'è il congiuntivo trapassato dei rimpianti. Vero?

Pensaci Alessio, pensiamoci tutti...

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