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Torino-Chievo, le mosse: disarmare Birsa e non cedere il fianco al contropiede

Torino-Chievo, le mosse: disarmare Birsa e non cedere il fianco al contropiede - immagine 1
La lavagna tattica / I veneti hanno un'impronta di gioco definita ed efficace: il centrocampo sarà una diga, ma il trequartista è il pericolo numero uno
Lello Vernacchia

Domani pomeriggio il Torino tornerà in campo, dopo aver lasciato negli occhi dei tifosi la prestazione offerta a San Siro: la partita di Milano è molto piaciuta, soprattutto perchè - come sappiamo e diciamo da un paio di mesi - schierare questa squadra con il 4-3-3 porta chiari benefici. Si tratta di un modulo nel quale i giocatori si trovano palesemente meglio, e si dimostrano più compatti offrendo un gioco coeso e continuo. Con il 4-2-3-1 si è manifestata troppe volte l'inferiorità numerica a centrocampo che, se gli attaccanti avversari si sanno muovere, porta inevitabilmente la difesa ad andare in difficoltà: con un giocatore in più che dà supporto sia in fase difensiva sia in fase di impostazione invece la manovra è cambiata completamente. A Milano si è vista una squadra che era squadra, con questo modulo non sono più slegati ed arruffoni come prima. Inoltre, è particolarmente venuto in evidenza il fatto che i centrocampisti sono andati molto vicini al gol.

Venendo alla sfida di domani, Torino e Chievo si trovano in una situazione di classifica decisamente ravvicinata: i granata sono a quota 17, mentre i veneti hanno raccolto finora 16 punti. Il Toro si è perso per strada almeno 4 punti, mentre il Chievo è lì per merito ed è una squadra da non sottovalutare assolutamente: ha un'impostazione di gioco importante grazie a Maran. A livello tattico è una squadra che si sa chiudere e poi ripartire, soprattutto con Birsa, che è l'uomo che dà il là a tutte le azioni dei veneti. Tra i clivensi non mancano gli ex granata - che son tutti buoni giocatori - però il più pericoloso è sicuramente il trequartista, un giocatore di qualità che il tecnico ha saputo mettere nella giusta zona di campo e sfruttarne le principali caratteristiche. Ha trovato la sua perfetta collocazione tattica ed il primo passaggio è sempre quello verso di lui: è lì che devono chiudere i granata, sarà fondamentale, perchè se no poi lui il dribbling lo sa fare. Inoltre, è pericoloso anche su calci d'angolo e punizioni.

Bisogna poi fare molta attenzione ad Inglese, già in aria di Napoli e smanioso di farsi vedere ed è un giocatore che merita questo passaggio ad una big per quello che sta facendo. Determinante sarà quindi non cedere il fianco ai contropiede, attaccando sì ma evitando di sbilanciarsi eccessivamente poichè il Chievo, appunto con Birsa, può essere letale in ripartenza. Quella veneta è una squadra ostica: il portiere è ancora di livello e dà garanzie assolute, ed il centrocampo è legato benissimo come caratteristiche, è una delle migliori linee mediane della Serie A. Anche loro a centrocampo sono schierati a tre, con giocatori che ci sanno stare molto bene, mentre la linea difensiva potrebbe regalare qualcosa agli avversari. Se dalla mediana in su può dare fastidio, dietro può andare in difficoltà.  Ed è proprio in quelle situazioni che Belotti - che avrà ingoiato la pasticca amara della Nazionale ed ha la partita adatta per risollevarsi - insieme a Iago Falque e Ljajic, devono puntare i marcatori e fare la differenza.

Dal punto di vista della formazione, il fatto di aver visto un bel Toro a Milano ha fatto sì che sicuramente tutti abbiano meritato la conferma: adesso quella di domani diventa una partita ancora più importante, anche perchè si gioca in casa e lì si deve costruire e distruggere il gioco avversario. Capitolo Burdisso: è un acquisto anche se datato è ancora un ottimo acquisto, ha dimostrato sempre serietà e se non ha problemi fisici è un giocatore che porta esperienza e che fa la differenza in campo; un combattente, uno che non molla, e sicuramente in difesa è molto importante. Si tratta di una pedina che Mihajlovic saprà sfruttare al meglio quando ne avrà necessità.

Le squadre avversarie con questi tipi di modulo (4-3-1-2) soffrono soprattutto sulle fasce, perchè i tre centrocampisti devono guardare 60 metri di campo. Chi vince i duelli va avanti, gli altri tornano indietro: i due terzini granata devono fare bene anche la fase offensiva per mettere in difficoltà la linea difensiva avversaria, esattamente come hanno fatto a San Siro. Fondamentali poi saranno anche i cambi di campo, per gli inserimenti dell'altro esterno. Questa vecchia-nuova disposizione tattica sembra essere quella più adatta e ci si augura che il Torino attraverso il bel gioco già mostrato conquisti altri tre punti fondamentali.

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