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Toro vittima predestinata a Roma?

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L’editoriale di Gino Strippoli / Per non finire nel tritacarne giallorosso i granata dovranno superarsi
Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

A Roma, oggi pomeriggio, ci sarà probabilmente la resa dei conti per la società granata in relazione ai mancati rinforzi invernali. La squadra di Mihajlovic - senza Rossettini, Castan e Carlao e con un Ajeti acciaccato - appare davvero indifesa e senza più elementi nel reparto, già a ranghi completi, più debole. Di veri centrali è rimasto il solo Moretti, simbolo di un Toro antico. Oggi nella linea difensiva l’allenatore granata potrebbe far scendere in campo accanto all’Emiliano un fuori ruolo come De Silvestri, giocatore che fin qui ha poco convinto, vuoi per l’infortunio e vuoi per una condizione atletica davvero sommaria. Di certo una retroguardia con Zappacosta a destra, De Silvestri e Moretti centrali e Barreca a sinistra appare davvero un invito ai gol per la squadra allenata da Spalletti, per di più se, come si è visto sin’ora, il centrocampo granata non farà un giusto filtro in mezzo al campo.

Questo appare davvero un effetto boomerang del mercato granata che sin da luglio non ha dato i giusti elementi all’allenatore Mihajlovic. Partiti Glik, Maksimovic e Peres sono infatti arrivati Rossettini, Castan e Carlao (a gennaio) con Ajeti. Anche solo il pensiero di arrivare in Europa League nel giro di due anni costruendo una squadra adeguata, appare davvero inconsiderabile visto che gli attuali difensori non potranno essere i titolari della prossima stagione (eccezion fatta per Barreca e Zappacosta, ma il vero problema risiede nei difensori centrali) quando si dovrebbe puntare al 5° posto. Il prossimo anno servirebbero almeno tre centrali di un certo livello ma bisognerebbe nuovamente riconsiderare e ricominciare nuovamente tutto dall’inizio. Questo senza pensare al centrocampo granata che fa parte anche del sistema difensivo. Oggi mancano elementi di rottura che possano fare scudo davanti alla difesa. Obi, è sotto gli occhi di tutti, è troppo fragile ed Acquah nonostante la sua possenza fisica non ha mai convinto; Baselli e Benassi fanno ciò che possono e comunque Baselli, che ha ottime qualità, gioca in un ruolo non suo.

Poi ci sono i giovani Lukic e Gustafson che sono ancora giocatori che il Toro sta valutando giorno dopo giorno. Se a tutto ciò dovessimo aggiungere addirittura le partenze di Hart e Belotti, allora a giugno il Toro dovrebbe ricominciare tutto da capo e ritrovarsi per l’ennesima volta con il costruire una squadra quasi totalmente nuova. Oggi le bocche di fuoco avversarie del Toro saranno tante: Dzeko, Perotti, Salah, El Shaarawy, Nainggolan e l’intramontabile Totti, e il sistema difensivo granata nel suo complesso non appare in grado di resistere più di tanto. Toro quindi vittima predestinata grazie ad un organico inadeguato? Parrebbe di sì, sta ai giocatori granata smentire. Una prova d’orgoglio sarebbe necessaria anche perché la vittoria contro il Pescara ha lasciato molti dubbi sulla fragilità del Toro.

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