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Di Biagio: “Non allenerò più l’Under 21. Ma non è un fallimento”

Le parole / Il tecnico lascia l'incarico azzurro e dice: "Rifarei tutte le scelte, anche con la Polonia. Non si parli di fallimento"

Gualtiero Lasala

"L'esperienza azzurra nell'Europeo Under 21 non si è conclusa nel migliore dei modi, con i giovani talenti italiani che sono stati eliminati dalla partita tra Francia e Romania che ha condannato la squadra di Di Biagio. E proprio il tecnico, dopo la competizione, ha parlato in conferenza stampa e ha dato sostanzialmente l'addio all'Italia, dicendo che il suo lavoro sarebbe terminato. Ecco le sue parole:

""Io non sarò più l’allenatore dell’Under 21. Me ne sarei andato comunque al 99,99%, magari ci avrei ripensato con la possibilità delle Olimpiadi. Ringrazio chi mi ha dato questa possibilità di allenare l’Under 21, Sacchi, Albertini, Abete, Viscidi, ho fatto un’esperienza incredibile in cui ho messo tutta la passione del mondo. In senso assoluto, il voto della mia esperienza è altissimo. Ho fatto un ottimo lavoro. L’obiettivo era rilanciare il calcio italiano, cambiare la mentalità, competere con le migliori nazionali, giocare in una certa maniera, portare ragazzi in Nazionale maggiore. Abbiamo un database pazzesco, su tutti i ragazzi dall’Under 15 all’Under 21. Certo, sul piano del risultato non posso essere contento, ma non parlerò mai di fallimento. Rifarei le stesse scelte, anche con la Polonia. Tra infortuni e problemi non eravamo così tanti: forse con la Polonia nel secondo tempo potevamo fare qualcosa di diverso, ma non mi rimprovero molto. Kean e Zaniolo? Hanno chiesto scusa immediatamente, non mi sono divertito a punirli, potrebbero essere i miei figli, spero di aver lasciato loro qualcosa di importante. Bisogna star dietro a tutti i ragazzi, perché stanno crescendo, cambiano, alcuni in meglio e altri in peggio. I tre episodi della mia gestione? Al primo posto la partita di ritorno in Belgio nel primo biennio. Loro avevano una squadra fortissima, facemmo un’impresa incredibile, quel primo posto lo porterò sempre dentro il cuore. Poi la semifinale con la Spagna nel 2017: in dieci riuscimmo a pareggiare, i ragazzi lottarono su ogni pallone. E per finire la voglia di questi ragazzi . Soprattutto di chi è arrivato dalla Nazionale: sono stati trascinatori, promotori del senso di appartenenza a questa maglia. Il mio successore? Visto come mi piace giocare, direi Pep Guardiola (ride, ndr)".