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Ripresa serie A, Gravina: “Capisco i tifosi, ma non potevamo aspettare il vaccino”

Serie A / Le parole del presidente Gravina a Il Romanista: "Playoff solo se non si riparte. Il Paese sta ripartendo, il calcio non poteva rimanere fermo"

Redazione Toro News

Gabriele Gravina torna a parlare della ripresa del campionato di Serie A e lo fa ai microfoni de Il Romanista. Il presidente della Federcalcio ha svelato alcuni retroscena personali per quanto riguarda l'emergenza Coronavirus: "Ho avuto timore come tutti gli italiani - ha dichiarato Gravina - ma non mi sono preoccupato tanto per il virus, perché ho rispettato ogni protocollo nella maniera più rigorosa. Purtroppo anch'io ho perso un mio carissimo amico. Chi più, chi meno, tutti siamo rimasti colpiti dall'effetto devastante di questo Covid-19".

RESPONSABILITÀ - Gravina procede poi a ripercorrere tutte le fasi che hanno portato alla decisione di permettere alla Serie A di concludere il campionato in corso. Una decisione che, ammette Gravina, ha portato con sé qualche indecisione almeno in un primo momento: "Se ho avuto dubbi? Forse quando la Francia ha annunciato lo stop del campionato. Ma non mi sento di aver portato una croce. Si va avanti nella massima convinzione che quello che abbiamo fatto lo dovevamo al calcio e alla passione di tanti italiani". Poi ancora: "In quel momento bisognava capire se dovevamo compromettere il nostro movimento in maniera definitiva. Non stiamo parlando solo di un gioco, ma di una dimensione economica che richiede un senso di responsabilità enorme. Il calcio a porte chiuse è una tristezza unica, ma è una tappa di avvicinamento per riconsegnare il calcio al vero titolare: il tifoso".

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PROTESTE - Senza dubbio le decisioni prese dal presidente della Federcalcio hanno provocato malumori nell'ambiente del tifo organizzato, che ha accusato il calcio di ripartire solo per motivi finanziari, mancando di rispetto alle sofferenze della gente. "Il calcio riparte perché è una speranza per tutto il paese - ha spiegato Gravina -. I tifosi hanno ragione e li capisco. Io sono il primo tifoso del calcio. Ma come si può pensare che nel momento in cui riparte tutto il paese il calcio debba restare fermo? Come si può pensare che se non parte adesso possa ripartire ad agosto o a settembre? Se non riesce a ripartire oggi convivendo in qualche modo con il virus poi c'è il rischio che la contagiosità possa aumentare di nuovo a settembre e allora che si fa? Si aspetta il vaccino? E quando arriva? E nel frattempo le 100.000 persone che lavorano nel settore? E i dodici settori merceologici li abbandoniamo? A livello internazionale stanno ripartendo tutti, io non volevo prendermi il titolo dell'Equipe, "Come degli scemi", noi non ce lo facciamo dire. E faremo anche qualcosa per onorare chi ha lavorato duramente, chi non c'è più, chi soffre per i lutti".

PLAYOFF E ALGORITMO - Infine Gravina si è soffermato a spiegare i famosi Piani "B" e "C", che in questi giorni hanno fatto storcere il naso a tanti presidenti, Cairo compreso (LEGGI QUI). "L'algoritmo è il meccanismo che porta alla classifica ponderata - ha spiegato a Il Romanista -. Chi può pensare che in caso di stop si cristallizzi una classifica non tenendo conto che magari qualcuno abbia giocato una o due partite in più? Non ci sarà alcun elemento di discrezionalità. Quanto al playoff, la Uefa lo ha suggerito, ma è logico che sia praticabile solo se non dovessimo per qualche motivo ripartire. Se si parte e si va avanti non sarebbe praticabile. Per me in ogni caso restano soluzioni giuste e sportive. Molto più di dire quella è la classifica, punto e basta".

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