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Bruno Bolchi: “Meroni genuino e spontaneo. Idolo di tutte le generazioni”

Esclusiva TN / L'ex granata: "Era un'artista del pallone ma anche fuori dal campo dipingeva e si dedicava ad altre attività. Il Torino di adesso? Tutte le squadre hanno alti e bassi, può arrivare subito dopo le big"

Marco De Rito

"Il 14 ottobre 1967 il Torino vinse con la Sampdoria, l’allenatore Fabbri si complimentò con i suoi e li lasciò andare a casa prima. Gigi Meroni attraversò la strada in corso Re Umberto con al fianco Fabrizio Poletti e fu investito da un Fiat 124 Coupé, non riuscì a sopravvivere. Per ricordare quei momenti tragici interviene ai microfoni di Toro News Bruno Bolchi, ex compagno del numero 7 granata. Difensore arcigno, "Maciste" giocò da titolare quella partita contro la Sampdoria. Visse in prima persona quel lutto tremendo e poi rimase al Torino sino al 1970, raccogliendo 89 presenze totali in maglia granata.

"Bruno Bolchi, 52 anni fa ci lasciava Gigi Meroni. Cosa ricorda di quella sera del 15 ottobre 1967?

""Una grave perdita. Fabbri ci lasciò andare via dopo la vittoria con la Sampdoria e in seguito arrivò quella terribile notizia. Gigi era un ragazzo genuino, estroso. Era un'artista del pallone ma anche fuori dal campo dipingeva e si dedicava ad altre attività, a volte anche strambe. Sembrava un posatore, uno che si voleva fare notare ma non era così. Gigi era fatto in quella maniera, era spontaneo e chi lo conosceva lo sapeva bene".

"Dopo il lutto vinceste il derby della Mole per 0-4... 

""Fu una reazione nervosa. Ma non mi voglio concentrare su quello. Gigi è mancato dal punto di vista sportivo, è vero. Aveva talento e aveva voglia di migliorare; avrebbe anche potuto affinare la sua tecnica nel corso degli anni. Era bravissimo, aveva sempre voglia di migliorarsi, ma a noi più che sul campo mancava fuori. Avevamo perso un compagno di squadra, un amico".

"Dopo 52 anni ancora molti eventi per ricordare la "Farfalla Granata". Il ricordo è ancora vivo.

""Perché lo amavano tutti e lo amano ancora per il suo modo di essere. Indifferentemente dai colori della squadra di apparenza, tutti lo stimavano per la persona che era. Per questo ancora oggi anche le nuove generazioni lo ricordano con grande affetto". 

"Passiamo al presente, il Toro ha iniziato con alti e bassi. Dove può effettivamente arrivare questa squadra?

""Tutte le squadre hanno alti e bassi, non ho conosciuto nessuna squadra che partisse al top e tenesse lo stesso ritmo per tutto il campionato, quindi ci può stare. Il Toro si può porre l'obiettivo di arrivare subito dopo le big del campionato. Tra le grandi ci metto Juventus, Inter, Napoli e adesso ci entra di diritto anche l'Atalanta. Il club granata può arrivare subito dopo queste squadre e avrebbe vinto il suo campionato. Direi che nell'ultimo periodo si sono stabilizzati nella zona che gli compete, con la prospettiva di crescere e fare meglio in futuro. Dopo anni difficili vedere il Toro costantemente nella parte sinistra della classifica è bello". 

"Lei è un ex allenatore, l'inizio anticipato potrebbe incidere sulla condizione atletica? 

""Mazzarri è un allenatore competente e bravo. L'ha dimostrato e saprà gestire al meglio la situazione. Adesso si parla molto di turn-over e riposo dei giocatori. Io credo che se un calciatore fuori dal campo fa la vita d'atleta e si allena con costanza, la forma fisica non dovrebbe essere un problema. Ovviamente ci saranno dei momenti di maggior difficoltà, ma si superano". 

"Cosa ne pensa dell'operato del presidente Urbano Cairo?

""Ho avuto il piacere d'incontrare il presidente al Festival dello sport di Trento. Ci ho parlato un po' e, ovviamente, non ha bisogno del mio giudizio sul suo operato. E' una persona conosciuta e riconosciuta in tutti i campi dove opera. Gli ho fatto i miei complimenti personali per come sta gestendo il Toro. In un momento in cui alcune società spendono molto finendo per indebitarsi, lui riesce comunque a ottenere ottimi risultati senza fare mai il passo più lungo della gamba, non un fatto banale".  

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