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Gianfelice Facchetti: “Per il Toro grande affetto. E Belotti sarebbe piaciuto a mio padre”

MILAN, ITALY - OCTOBER 16:  Gianfelice Facchetti during the Serie A match between FC Internazionale and Cagliari Calcio at Stadio Giuseppe Meazza on October 16, 2016 in Milan, Italy.  (Photo by Marco Luzzani - Inter/FC Internazionale via Getty Images)

Esclusiva TN / L’attore e scrittore figlio del grande Giacinto: “Giampaolo ha bisogno di tempo, ma l’Inter ha bisogno di svoltare”

Gianluca Sartori

Attore, scrittore, regista teatrale: Gianfelice Facchetti è un uomo di cultura a tutto tondo. Grande tifoso dell’Inter - non potrebbe essere altrimenti quando si è figli di una leggenda nerazzurra come il grande Giacinto -, ha da sempre una simpatia particolare per il Torino come testimoniò anche un anno fa, quando si recò al Museo del Grande Torino di Grugliasco per una mostra dedicata al padre. Oggi Gianfelice si concede ai microfoni di Toro News per una chiacchierata in vista di Inter-Torino.

Facchetti, Inter-Torino è una partita che le desta sensazioni particolari, conferma?

“Assolutamente sì, peraltro sto scrivendo un libro in cui parlerò anche di questa affezione che ho per il color granata. Risale alla mia infanzia, per la maglia granata del Cassano d’Adda in cui giocai a pallone. Se mi chiedeste contro quale squadra preferirei che l’Inter perdesse punti, direi il Torino. Tuttavia, se penso alla partita di domani, spero che l’Inter possa uscire vincitrice perché ha bisogno di svoltare dopo un avvio difficoltoso che imputo soprattutto alle circostanze del tutto particolari in cui è nata questa stagione. La squadra ha finito la stagione per ultima, ad agosto inoltrato, per la finale di Europa League: dopo nemmeno un mese era già in campo per l’inizio di quella successiva, non c’è stato il tempo di pianificare e riposare, i calciatori non sono dei robot. E poi c’è stato anche il Covid di mezzo. Questo va sempre tenuto a mente, i risultati altalenanti di questo avvio di stagione – per quanto vadano di traverso – bisogna valutarli a 360°”.

Il Torino ha scelto di voltare pagina con Giampaolo: che pensa del tecnico granata?

“L’ho sempre apprezzato come persona, per il suo modo di porsi, e come tecnico. Poi una volta confessò l’ammirazione per la Grande Inter e questo forse influenza i miei giudizi… Però penso sia un allenatore molto competente, con un’idea di calcio interessante che però va accompagnata dalla società. Certo, per il Toro era il momento meno indicato per varare una rivoluzione tecnico-tattica, considerato quanto poco tempo c’è stato tra una stagione e l’altra. Ma visto il campionato precedente c’era bisogno di un cambiamento. Con il cambio di Longo per Mazzarri mi è sempre parso che la società avesse pensato a un modo di traghettare la squadra verso la salvezza per poi cercare qualcosa di nuovo”.

Belotti toccherà domani le 200 presenze con il Torino. Sarebbe piaciuto a Giacinto?

“Il Gallo gli sarebbe piaciuto, sì, perché è un giocatore di altri tempi per caratteristiche e modo di stare in campo. L’altra sera guardavo l’Italia insieme a mio figlio. Lui ha dieci anni e mi ha chiesto se Belotti possa venire un giorno da noi all’Inter! Sicuramente è un grandissimo calciatore. Meriterebbe la possibilità di competere per qualche trofeo ma fino ad oggi ha privilegiato la possibilità di diventare simbolo di un club che per il momento non se la gioca per coppe e titoli. Per questo va molto apprezzato, visto che questo tipo di scelta è sempre più raro”.

Per concludere: sia il Torino che l’Inter sono stati colpiti da contagi dei propri giocatori arrivati a seguito degli impegni in Nazionale. Ma questa sosta era proprio necessaria?

“Devo dire che veder giocare questa bella Nazionale ha un po’ riconciliato col calcio noi tifosi infastiditi dallo stop del campionato. Però non serviva un virologo per capire che la finestra internazionale avrebbe esposto i giocatori a qualche rischio e infatti questo si è verificato. Il tema delle soste era sentito molto già ai tempi di mio padre, perché l’Inter aveva molti giocatori sudamericani che pagavano dazio per le lunghe trasferte. Stavolta, il Covid ha amplificato le polemiche. Credo che i club debbano essere maggiormente tutelati visto che i giocatori rappresentano degli investimenti importanti. Ma, allo stesso tempo, i club devono a loro volta tutelare i tifosi su altri fronti, come ad esempio quello dei rimborsi di biglietti e abbonamenti della passata stagione. In generale, c’è tanto egoismo in questo tempo e tutte le componenti sono chiamate a fare un passo verso le altre”.