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Esclusiva

Grasso a TN: “Pobega mi ricorda Ferrini. E invito i tifosi a non contestare più”

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In esclusiva su Toro News in questo Natale 2021 le parole del tifoso granata Aldo Grasso, giornalista e critico televisivo

Andrea Calderoni

Aldo Grasso, giornalista e critico televisivo del Corriere della Sera, nonché tifoso di vecchia data del Torino, traccia un bilancio del 2021 granata in esclusiva su Toro News. E parte da un appello a tutto il popolo di fede granata in questo Natale: “Con tutto quello che abbiamo passato godiamoci il momento favorevole”.

Buongiorno dottor Grasso, siamo giunti al termine del 2021 calcistico. Il suo giudizio sul Torino è positivo?

“Migliore di quello degli ultimi anni, molto migliore. In questa prima metà della stagione abbiamo ritrovato una squadra con un’identità di gioco. Le partite si seguono più volentieri e di fronte alle grandi abbiamo sempre fatto bella figura. Sono complessivamente soddisfatto. Bisogna migliorare e togliersi ancora qualche peso inutile che ci trasciniamo dietro, magari sostituendolo con qualche giovane di belle speranze. Siamo sul cammino giusto dopo anni di sofferenze”.

Buono dunque l’impatto di Ivan Juric?

“Sì, mi piace il tecnico croato. Può apparire alle volte sfrontato e arrogante, però noi avevamo bisogno di un allenatore così che sapesse rimotivare la squadra. È riuscito a riaccendere giocatori bravi che però erano completamente spenti e demotivati. Il miracolo fatto con Vanja Milinkovic-Savic, ad esempio, resterà negli annali del Toro. Abbiamo inoltre il miglior difensore del campionato, Gleison Bremer. E poi voglio dire una cosa su Tommaso Pobega”.

Ci dica.

“Mi piange il cuore a vederlo giocare. Mi ricorda in maniera incredibile capitan Ferrini. Non solo perché è di Trieste come lo storico leader granata, ma anche per lo stesso sorriso e per lo stesso modo di porsi e di combattere. Sarei disposto non so a che cosa affinché possa trasformarsi in un simbolo del Toro proprio come Ferrini”.

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Alcuni ex senatori come Izzo, Rincon, Baselli e Zaza sono giunti ai titoli di coda?

“Non credo che possano essere reinseriti nel progetto. Il gioco che pratica Juric è dispendioso e richiede entusiasmo. Questi sono giocatori che, con tutto il rispetto e la stima, non appartengono alla categoria dei calciatori che servono a Juric. Il tecnico croato ama forgiare le persone, lo aveva già dimostrato a Verona. Penso a Djidji: era uno scarto, mentre ora è divenuto un punto fisso”.

E su Belotti che idea si è fatto?

“Parto da un presupposto: è il giocatore granata che in questi anni ho amato di più. Proprio per questo avrò sempre riconoscenza nei suoi confronti. Probabilmente ambisce a qualcosa in più, all’Europa. È un peccato perché se ce n’è uno che ha personificato il tremendismo granata, questo è stato lui. È stato l’essenza del Toro per tante stagioni. Spero che si rimetta il prima possibile e spero che nella seconda parte del campionato possiamo contare su di lui. Se proprio deve salutare Torino, auspico che possa concludere la propria esperienza alla grande con un apporto di primo piano. Non mi sento di giudicare le sue scelte perché è stato veramente l’anima del Toro, poi il calcio moderno è così. Certo, alcuni possono dire che mancherebbe un po’ di riconoscenza se non rinnovasse andando via a parametro zero, ma questi sono i danni fatti dai procuratori, è una scelta sempre più diffusa tra i calciatori. Finché non si mette rimedio a livello istituzionale, sarà difficile invertire il trend”.

I risultati del Torino sono in miglioramento, ma la contestazione al presidente Cairo e le poche presenze allo stadio restano una costante. Lei che ne pensa?

“Questo è l’aspetto che mi dispiace di più del 2021 granata. Gestire una squadra oggi è difficilissimo. I tifosi che fanno i presidenti con i soldi altrui iniziano a stufarmi e a darmi fastidio. Già in passato, come avevo sottolineato in una precedente intervista, abbiamo avuto degli esempi. Il presidente Rossi fu allontanato da una serie di contestazioni e i suoi successori furono semplicemente pessimi. Lo so che siamo tifosi e il nostro club ha una grande storia di cui occorre essere all'altezza, ma bisognerebbe guardarsi intorno e comprendere come alcune società stanno fallendo per sventatezze amministrative, vedi Sampdoria e Salernitana. Ora che siamo sulla strada giusta e stiamo ritrovando l’entusiasmo, sarebbe un gesto molto ingeneroso contestare. Sembra che non vada mai bene nulla al tifoso ed è emblematico il fatto delle vele al Filadelfia che ha alzato un polverone inutile. Accipicchia, andiamo allo stadio e basta: tifiamo un Toro che quest’anno ci sta dando tante soddisfazioni. Anche con l’Inter la prestazione è stata di livello e il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto. Mi chiedo che cosa si deve fare di più?”.

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Riavvolgendo il nastro, a giugno 2021 avrebbe confermato Davide Nicola?

“No. Per quanto mi stia simpatico Nicola, vero cuore Toro, penso che per fare il salto di qualità dovevamo affidarci a uno Juric o a un Gasperini. Solo gli unici che interpretano un calcio moderno. Hanno il coraggio di far giocare uomo su uomo. Si tratta di un aspetto tattico che si vede soltanto in Premier League e in alcune grandi squadre. Lo stiamo facendo noi con buon profitto. La scelta di Juric è stata coraggiosa e azzeccata”.

Cosa si augura per il 2022 granata?

“Mi auguro un girone di ritorno con qualche vittoria in più. Spero che continui la politica sui giovani e su giocatori disposti a essere forgiati. L’unica via di salvezza per una squadra come il Toro, senza l’ingresso di cinesi o emirati, è questa: abbiamo un buon allenatore e lasciamo che si giochi la sua missione con giovani disposti a sacrificarsi. E poi voglio lanciare un appello natalizio a tutti i tifosi granata”.

Prego.

“Con tutto quello che abbiamo passato, dalle stagioni buie alla pandemia da Covid-19 fino alle situazioni economiche gravi del passato, godiamoci il momento. Non tutti hanno un Paperone che può aprire il portafoglio in modo illimitato e fare il miracolo. Già avere una squadra che gioca in Serie A, e in questo modo, è molto importante. Rispetto tutte le critiche mosse alla società, ma troppo spesso mi sono sembrate ingenerose”.