Maio (Gazzetta dello Sport): “Falque una delusione, ha tirato i remi in barca”
BENEVENTO, ITALY - DECEMBER 15: Iago Falque of Benevento Calcio vies with Wesley Hoedt of SS Lazio during the Serie A match between Benevento Calcio and SS Lazio at Stadio Ciro Vigorito on December 15, 2020 in Benevento, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)
In esclusiva il corrispondente da Benevento de La Gazzetta dello Sport ci parla della stagione delle Streghe
Andrea Calderoni
Luca Maio, corrisponde da Benevento de La Gazzetta dello Sport, ha seguito da vicino le vicissitudini delle Streghe nel corso di questa lunga e travagliata stagione. In esclusiva su Toro News traccia un bilancio dell’annata dei sanniti a poche ore dall’ultima sfida del campionato, quella al “Grande Torino” contro i granata di Davide Nicola.
Buongiorno Luca, quanta delusione c’è a Benevento per la retrocessione che, al termine del girone d’andata, appariva difficilmente pronosticabile?
“Delusione immensa, infinita. Il girone d’andata aveva visto il Benevento giocare bene e ottenere risultati insperati alla vigilia. Era stato indicato come la sorpresa del campionato. Da gennaio è cambiato tutto. Una serie di errori, una serie di circostanze hanno creato una metamorfosi. La squadra non è più riuscita a venirne fuori. Il più deluso è il presidente Vigorito che ha anche preso provvedimenti forti, come la trasferta in pullman da Benevento a Torino. E poi molto delusi sono anche i tifosi che non hanno potuto seguire allo stadio la stagione in Serie A della loro squadra. Nessuno di loro si aspettava a fine gennaio la retrocessione e molti si sono scagliati, con prese di posizione forti, contro l’allenatore, il direttore sportivo Pasquale Foggia e alcuni giocatori. Credo che ci vorranno un po’ di settimane per smaltire la delusione”.
Quante responsabilità ha, secondo lei, mister Filippo Inzaghi, quante la società e quante il parco giocatori?
“Le colpe vanno ripartite tra le varie componenti. Già ad inizio stagione la rosa non era estremamente competitiva. Il carattere e la determinazione erano riusciti a tamponare la scarsa qualità del gruppo squadra. L’atteggiamento fino a gennaio è sempre stato spavaldo. Il mercato di riparazione è stato lo spartiacque. C’era bisogno di alcuni elementi di categoria in specifici ruoli che erano stati appositamente individuati. In realtà, non è arrivato nulla di tutto questo. Gli unici acquisti sono stati Depaoli, in sostituzione di Maggio, e Gaich, che era una scommessa e purtroppo la scommessa non è stata vinta, nonostante il gol segnato contro la Juventus. Il mercato deludente è stato opera della società e del direttore sportivo. Anche Inzaghi ha fatto scelte non sempre condivisibili sul finire della stagione. Il tecnico non è stato accontentato dal mercato di gennaio e questo l’ha mandato un po’ in tilt. Ha anche cambiato modulo passando al 3-5-2 e dimostrando un po’ di confusione. Infine, ci sono state anche alcune situazioni interne al gruppo che hanno minato la compattezza. L’episodio più eclatante è stata la rissa tra Schiattarella e Insigne. Da quella rissa il gruppo non si è più ripreso. Alcune personalità esageratamente forti nella squadra non hanno giovato e non hanno aiutato nemmeno i più giovani. Il castello è così collassato”.
Quanto ha inciso, soprattutto mentalmente, la rimonta dell’andata del Torino al “Vigorito”?
“Il Benevento ha subito parecchie rimonte in questo campionato. Quella con il Torino fu la prima a lasciare qualche piccolo segno, anche se il Torino meritò di pareggiare per quanto fatto nell’arco della gara. Il problema grosso delle Streghe sono state le rimonte patite nel girone di ritorno: quella con la Sampdoria, poi quella con il Parma e da lì sono venute meno tutte le certezze. A quel punto doveva intervenire il presidente con maggiore decisione per cercare di salvare il salvabile. Progressivamente la squadra ha perso certezze. Lo dimostra il rendimento casalingo nelle ultime sei uscite: due pareggi, con Crotone e Parma, e ben quattro sconfitte, Verona, Fiorentina, Udinese e Cagliari”.
Che giudizio possiamo dare alla stagione dell’ex capitano del Torino Kamil Glik?
“Glik ha alternato periodi importanti ad altri meno felici. All’inizio ha faticato a riadattarsi ai ritmi della Serie A e a entrare nel gruppo giallorosso. Poi, grazie alla sua esperienza e al suo carisma si è fatto sentire. Nel finale ha pagato anche lui le situazioni esterne e non ha più fatto la differenza. Può strappare la sufficienza, ma probabilmente era lecito attendersi qualcosa in più”.
“Falque è uno tra i giocatori più criticati dalla tifoseria. Ha giocato pochissimo, perché ogni volta che scendeva in campo si infortunava e restava ai box per qualche settimana. È stata una delusione totale che il Benevento ha pagato a caro prezzo. Il Benevento aveva presentato Falque come l’elemento di maggiore caratura tecnica durante il mercato estivo. Invece, il Benevento non l’ha mai potuto schierare. Anche nel finale ha lasciato perplessi il fatto che lo staff medico diceva che era pronto mentre lui diceva che non lo era. Forse anche lui ha accentuato le sue difficoltà e le sue fragilità muscolari, tirando un po’ i remi in barca. Proprio per questo è stato oggetto di attacchi da parte dei tifosi”.
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