mondo granata

Pecci mattatore al Toro Club Reggio E.

di Stefano Brugnoli

Mercoledì 11 presso il ristorante del Circolo Tennis di Albinea (RE) si è svolta la cena annuale del Toro Club di Reggio Emilia, ospiti del presidente...

Redazione Toro News

"di Stefano Brugnoli

"Mercoledì 11 presso il ristorante del Circolo Tennis di Albinea (RE) si è svolta la cena annuale del Toro Club di Reggio Emilia, ospiti del presidente fondatore Mirco Iotti e degli oltre trenta partecipanti (non tanti ma il doppio della passata stagione) gli scudettati Eraldo Pecci e Roberto Mozzini oltre a Gigi Danova.

"I soci presenti hanno rimarcato lo scarso peso mediatico del Torino sulla carta stampata e in televisione e il progressivo peggioramento del trattamento riservato al Torino dai due giornali editi nel capoluogo piemontese oltre alla linea smaccatamente filo-bianconera del quotidiano sportivo che sia nei titoli che negli editoriali del nuovo direttore sfocia ripetutamente nel patetico e nel ridicolo.

"Mattatore della serata il simpatico centrocampista romagnolo che ha preso il sopravvento rispetto agli altri due granata dal carattere molto più taciturno. “Pensa te – dice Pecci – quei due erano anche in stanza assieme, fumavano e basta e non dicevano una parola, sicuramente non si rompevano mica i m….i uno con l’altro!”Dopo aver regalato chicche e aneddoti ai compagni di tavolo Eraldo è stato avvicinato dal sottoscritto e si è sottoposto a una piacevole chiacchierata al termine della cena che prevedeva un tris di primi con crespelle, tortelli alle erbette e tortelli di zucca annaffiati da un buon Lambrusco reggiano per poi continuare con una grigliata di carne annaffiata da un ottimo Chianti toscano prima di concludere con dolci, caffè e ammazza caffè.

"Di cosa vuoi che parliamo – esordisce Pecci – io sono molto bravo nell’argomento “gnocca” ma penso che su Toronews sia meglio parlare di calcio.Inizia poi a raccontare i suoi primi passi nel Torino…La mia era una famiglia povera, io giocavo nel Bologna e guadagnavo il minimo che all’epoca erano 330 mila lire al mese, durante il ritiro pensavo a cosa potevo chiedere per il mio primo contratto, gli chiedo 25 milioni..mah forse son troppi meglio 20 non voglio fare brutta figura però 25 andrebbero meglio…e se gli chiedessi 30? Dopo il ritiro parlo con Traversa che mi chiede se mi trovo bene se si lavora bene se sono contento domande alle quali io rispondo sempre con un si poi mi chiede cosa voglio d’ingaggio, io sparo 50 milioni e Traversa senza batter ciglio mi dice “bene passiamo ora a trovare la casa”, a quel punto io mi sono chiesto ma dove mi ha fregato?

"Io venivo da Bologna e avevo un po’ paura di Torino anche perché non erano degli anni tranquilli con il terrorismo e le brigate rosse però devo dire che Torino mi ha affascinato come città oltre che come ambiente, infatti il Toro era una grande famiglia, si mangiava tutti in sede e la società era formata da brava gente con il presidente Pianelli in testa, si stava veramente bene e anche i torinesi che incontravo non erano freddi e chiusi come pensavo.

"A questo punto gli chiedo di Gigi Radice….il mio primo approccio con il mister fu simpatico, io tornavo dal militare e dopo aver fatto il car ero quasi 80 kg, quando Radice mi vide mi chiese se ero un giocatore o la signora Maria quella dal culo più grande che ci sia! Gigi era un grande, non è vero che era un sergente di ferro, con lui si parlava, ti chiedeva e ci si confrontava però era fermo nelle sue idee di gioco che proponeva in maniera credibile; è stato il primo a proporre in Italia un tipo di gioco diverso, all’olandese, e sono pochi gli allenatori che in un secolo possono dire di aver stravolto il precedente modo di giocare con buoni risultati, dopo di lui solo Sacchi ha dato una sterzata simile, anche se gli allenatori nei professionisti in bene possono incidere solo per il dieci, venti percento mentre in male queste percentuali si raddoppiano. Un discorso diverso invece nei settori giovanili dove l’incidenza sui calciatori è pressoché totale sia in positivo che in negativo (a questo punto con la testa e con un occhiolino indica Roberto Mozzini…)

"Da un allenatore a un altro il discorso passa su Enzo Bearzot allora ct della nazionale, la stima fra i due era molto grande (si sentono ancora adesso) anche se il ct lo utilizzava poco, talmente grande che Bearzot propose a Pecci reduce da un ottimo campionato nella Fiorentina (quello dello scudetto rubato guarda caso dalla Juventus) di partecipare ai mondiali in Spagna, proposta che Pecci declinò visto che non faceva più parte del giro azzurro dai precedenti mondiali in Argentina. Un aneddoto di quei tempi della nazionale era la divisione del tavolo quando si mangiava, da una parte gli otto granata, dall’altra gli otto dell’ altra squadra di Torino e in mezzo a far da divisione Antognoni e Facchetti, ma non tutti i bianconeri erano persone disprezzabili e arroganti come Furino e Bettega, gente come Zoff, Scirea e Tardelli erano di un altro spessore.

"La chiacchierata si chiude parlando di attaccanti e Pecci che faceva parte di un trio d’attacco da 40 reti a stagione assieme a Pulici e Graziani (37 i gemelli e 3 Eraldo) chiede a gran voce a Cairo un attaccante che segni almeno 15 reti per non rischiare anche il prossimo anno di lottare per non retrocedere, richiesta sottoscritta da tutti i partecipanti e credo anche da tutti i tifosi del Toro

"Concludiamo dicendo che il Toro club Reggio Emilia è nato nel gennaio 2006 da un gruppo di 6 soci fondatori tra i quali il presidente Iotti Mirco (nella foto ricordo con gli ospiti) e il segretario Lamberti Marco e ora conta su oltre cinquanta soci e si pone come obiettivo per la prossima stagione il raddoppio delle adesioni sia al club che alla cena ed è presente anche sul web all’indirizzo http://www.cuoregranata.itCollabora con i toroclub dell’emilia in particolare Bologna Cento e Faenza nell’organizzazione di trasferte (la prima a Bologna in B nell’1 a 1 con gol di Stellone) e si proponeva prima dei tragici fatti di Catania come punto di riferimento per l’acquisto di biglietti sia per i soci che per gli altri club; altra attività del club sono le belle felpe andate letteralmente a ruba nel corso della cenaDue note di colore sono che tra i soci c’è gente di Torino che ora abita a Reggio tra i quali Massimo Prà ex giocatore nelle giovanili granata e che la sede è vicina a quella del club cittadino dell’altra squadra di Torino.

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