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Campane a festa dopo Juve-Real, il viceparroco: “Sono juventino. Era uno scherzo da prete”

TN OUT NEWS / Patrascan: “Ero all’oscuro di quello che stava succedendo in piazza San Carlo. Era solo uno scherzo, le cattiverie che ho letto mi hanno fatto male.”

Redazione Toro News

È scoppiato nei giorni scorsi il polverone mediatico che ha coinvolto la parrocchia di Nichelino, cui parroco è Riccardo Robella, cappellano del Toro, successore di don Aldo Rabino. In seguito alla sconfitta della Juve nella finale di Champions League, nella serata di sabato a Nichelino sono state suonate le campane a festa: il gesto, visto quello che è successo in piazza San Carlo a Torino, non è stato gradito dai concittadini nichelinesi di fede juventina, che hanno tacciato il parroco di poca sportività.

Nella giornata di ieri è intervenuto don Robella, chiedendo scusa e sostenendo che fosse un gesto di un suo collaboratore, intervenuto a sua insaputa. Ieri sera su Facebook, è intervenuto però anche il diretto interessato, Iosif Patrascan, viceparroco di Nichelino, che si professa paradossalmente di fede bianconera. “Quando, sabato sera sono andato a suonarle non avrei mai immaginato tutto quel che sarebbe successo, ed ero all’oscuro di quanto stava accadendo in piazza San Carlo – scrive nel post sul suo profilo personale. - Voleva essere solo un atto di scherzosa rivalità sportiva tra me, viceparroco juventino e il mio parroco, don Riccardo Robella, granata.”

Uno scherzo “da prete” che voleva essere innocuo: la vicenda si chiude evidentemente qui, e non esistono legami con i brutti avvenimenti di piazza San Carlo.