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C’è il gioco, mancano i gol (e i punti)

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Dopo dieci giornate gli otto punti raccolti sono pochi soprattutto se messi in relazione al gioco sviluppato. La sconfitta odierna e quella col Cagliari sono giunte alla fine di partite totalmente dominate ma non chiuse per errori arbitrali e dei...
Redazione Toro News

Dopo dieci giornate gli otto punti raccolti sono pochi soprattutto se messi in relazione al gioco sviluppato. La sconfitta odierna e quella col Cagliari sono giunte alla fine di partite totalmente dominate ma non chiuse per errori arbitrali e dei nostri giocatori, in entrambe il pareggio sarebbe stato stretto ma il calcio si misura a gol e non ai punti come il pugilato.

Le sconfitte con Lazio e Udinese sono arrivate dopo che nel primo tempo avevamo tenuto il pallino del gioco in mano ma anche in queste due partite errori di mira, pali, parate dei portieri ed errori arbitrali hanno fatto si che già nel finale del primo tempo la squadra avversaria fosse in vantaggio.

Le sole sconfitte con Inter e nel derby sono state nette e meritate anche se con una visione ottimistica si poteva in entrambe raggiungere il pari, ma l’ottimismo e la fortuna, si sa, non fanno parte del dna del Torino.

Questi tre indizi fanno una prova, il Torino gioca alla pari degli altri a volte gioca anche meglio ma fa fatica a segnare e un gol lo prende sempre.

Continuando con questo trend non si va lontano anzi, se non si inverte la rotta possono essere dolori, ci sono nel calcio degli esempi ricorrenti di squadre che incappano in stagioni non troppo fortunate che poi alla fine ci rimettono la categoria, però ci sono comunque dei dati oggettivi che ci possono far sperare che non accada il peggio.

Il primo è il gioco che comunque la squadra cerca di sviluppare, il secondo è il valore della rosa che è nettamente superiore alle altre annate dell’era Cairo ed anche superiore a tante altre squadre della serie A, infine ci sono i margini di miglioramento che questa squadra ha.

Ma quali sono questi margini?

Innanzitutto il rientro fra i pali di Sereni, poi (sperando che il problema muscolare non lo tenga lontano dai campi per molto tempo) la presenza costante al centro della difesa di Natali, la maturazione di Dzemaili oltre a quelle di Rubin e Ogbonna e il rientro in squadra di Abate (per questo purtroppo dovremo aspettare un po’ di più). Senza considerare che Rosina e Bianchi hanno reso meno della metà del loro potenziale, ma qua più che un problema di natura fisica che comunque c’è sembra un problema di natura psicologica perché entrambi vorrebbero dimostrare il proprio valore ma in questo momento fanno fatica a fare le cose più semplici.

Tornando alla partita di oggi penso che sia stata la migliore disputata dal Toro in questo inizio di campionato, abbiamo concesso veramente poco alla Sampdoria che ci ha impensierito solamente con Cassano e con qualche discesa di Padalino.

Buona mi è sembrata l’idea di mettere Colombo più avanzato rispetto a Diana (cosa che avevo già auspicato mercoledì scorso) come buona è stata la scelta di accentrare Pisano per inserire lateralmente Ogbonna che con la prestazione odierna ha dimostrato di avere le carte in regola per candidarsi seriamente alla sostituzione di Rubin sabato sera contro il Palermo, e mettersi pertanto in competizione con Saumel o Rosina anche se quest’ultimo non ha le caratteristiche per giocare da esterno di centrocampo.

C’è stato un buon possesso di palla che ha creato non troppe occasioni da rete ma sicuramente più degli avversari, il punto è che queste occasioni non sono state realizzate, escludendo quella del gol annullato che però non avrebbe influito se fossero state capitalizzate le altre.

Sono state messe in area tante palle ma gli attaccanti non si sono mai fatti trovare al momento giusto, soprattutto Stellone che è utilissimo fuori dall’area ma spesso impalpabile dentro l’area, del resto il suo curriculum in serie A dice che non ha mai segnato più di quattro reti.

Un’altra cosa che secondo me è mancata è che la squadra pur giocando bene ed essendo ordinata non ha quelle caratteristiche di grinta e tremendismo che spesso hanno contraddistinto la squadra del Toro, il che non vuol dire che dobbiamo dare spazio agli scarponi però vuol dire che i giocatori che indossano la maglia del Toro devono dare quel qualcosa in più, probabilmente ci vorrebbe in società un trait d’union con il passato che sappia infondere ai giocatori i valori che la tradizione granata impone a chi veste questa maglia, la nostra maglia.

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