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Iago Falque maturo e voglioso di rilancio: la pedina duttile di Mihajlovic

Iago Falque maturo e voglioso di rilancio: la pedina duttile di Mihajlovic - immagine 1
Focus On / Dall'etichetta di giovane promessa del Barcellona alla super annata col Genoa, passando per l'esperienza alla Juventus Primavera: ecco chi è lo spagnolo acquistato dal Toro
Gianluca Sartori Direttore 

Iago Falque è uno di quelli che si sono visti appiccare troppo presto l'etichetta del fenomeno, per poi vedersi appiccicata quella ancora più ingiusta di punto interrogativo e mezza incompiuta. Giocatore nel pieno della maturità, arriva al Torino dopo una sola annata alla Roma (22 presenze e 2 reti), per rilanciarsi e trovare la sua giusta dimensione in una società che vuole piazzarsi subito a ridosso delle cosiddette "grandi".

Storia particolare quella di Iago, quella di un ragazzo giovane che ha sempre avuto la determinazione di rialzarsi dopo le delusioni. A 11 anni il passaggio dal Real Madrid al Barcellona, a 17 anni il trionfo nell'Europeo Under 17 a suon di gol insieme al compagno di sempre Bojan Krkic. Nel 2008, però, Luis Enrique, tecnico del Barcellona B, lo scarta. Arriva la Juventus, che lo porta in Italia per prima a parametro zero. In bianconero, il giovane Iago vince due tornei di Viareggio nel 2009 e nel 2010, ma con la Prima Squadra non va oltre gli allenamenti al fianco di Nedved e Del Piero. Dopo una parentesi al Bari di Ventura tra l'agosto e il dicembre 2009 - anche in Puglia nessuna presenza in Prima squadra ma solo Primavera - per la stagione 2010-2011 va in prestito al Villarreal B: 36 presenze e 11 reti, ma di nuovo nessuna chance con la Prima Squadra.

Nel gennaio 2012, la Juventus sceglie di cederlo in via definitiva al Tottenham: una bocciatura che non fa demordere il 22enne Iago, che prende armi e bagagli e si trasferisce in un altro paese, l'Inghilterra, che però non sarà terra di conquiste. In un anno e mezzo, prestito al Southampton compreso, solo 12 presenze in gare ufficiali tra Premier League, Europa League e Championship. Così il club londinese lo rimanda in Spagna, dove Iago si ritrova. Sei mesi all'Almeria in Liga Adelante nel 2013, poi la vera svolta con il Rayo Vallecano nella Liga 2013-2014. Ventotto presenze e tre gol che sono il vero trampolino per il calcio di alto livello.

Omar Milanetto lo segnala al Genoa, che lo prende nell'estate del 2014 per un milione di euro dal Tottenham. Un acquisto azzeccatissimo, perchè dopo un periodo di rodaggio Iago esplode: 32 presenze e 13 reti in Serie A la sintesi di una stagione 2014-2015 sopra le righe a livello personale e collettivo, con la qualificazione dei Grifoni in Europa League vanificata poi dal rifiuto della Licenza Uefa. Nel 3-4-3 di Gasperini, Falque trova la collocazione ideale: mancino puro, gioca come attaccante esterno in entrambe le posizioni e sa far male grazie a un invidiabile connubio di tecnica e velocità. L'11 maggio 2015 è lui ad aprire le marcature di quel Genoa-Torino 5-1 dolorosissimo per la squadra di Ventura, che di fatto pose la parola fine sulle aspirazioni granata di qualificazione all'Europa League.

La Roma è stregata e lo acquista con una spesa totale di otto milioni tra prestito e riscatto. In giallorosso, agli ordini di Rudi Garcia, gioca un buon girone d'andata, con 15 presenze e 2 reti. Con l'arrivo di Luciano Spalletti e un calciomercato di gennaio che porta in dote El Shaarawy e Perotti, gli spazi si riducono, ma lui sceglie di restare a combattere per un posto da titolare a Roma fino a fine stagione. Chiude con 22 presenze totali e a giugno gli viene comunicato che non rientra più nei piani: dopodichè, la trattativa col Torino e l'arrivo ufficializzato ieri sera. Attaccante esterno che non disdegna la posizione da "sotto punta", Iago è un giocatore duttile, tecnico e veloce e un professionista inappuntabile, grintoso e determinato. Non più un giovane da formare, ma un giocatore che arriva a Torino per essere determinante e spostare gli equilibri.

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