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La Juve e il processo doping

A Torino c’è una squadra che vince, stravince e rivince con impressionante regolarità. L’augurio, in nome dello sport pulito, è che lo abbia fatto sempre in modo...

Redazione Toro News

A Torino c’è una squadra che vince, stravince e rivince con impressionante regolarità. L’augurio, in nome dello sport pulito, è che lo abbia fatto sempre in modo lecito. Secondo la Procura della Repubblica di Torino però esistono forti dubbi. Nel pomeriggio del 28 ottobre, a conclusione della seconda udienza del processo d’appello sulla vicenda doping-Juve, annunciando di voler ribadire le richieste di condanna già formulate in primo grado, il PM Raffaele Guariniello ha chiesto per l’ex medico sociale bianconero Riccardo Agricola (condannato undici mesi fa a un anno e dieci mesi) la pena di tre anni e due mesi di reclusione, piu' 2.500 euro di multa e la interdizione temporanea dalla professione per i reati di falso, frode sportiva, somministrazione pericolosa di farmaci. Per l’amministratore delegato Antonio Giraudo (assolto in primo grado) sono stati chiesti due anni di reclusione e 3.800 euro per violazione della legge 626 sulla sicurezza sul lavoro, frode sportiva e somministrazione pericolosa di farmaci. Per giunta, nel corso della requisitoria, uno degli assistenti del Procuratore Guarinello, Gianfranco Colace, ha lanciato pesanti ombre sulla regolarità dei controlli antidoping, compresi i famosi test incrociati sangue-urine: non sarebbero sufficienti per rintracciare l’epo o altre sostanze vietate e pericolose per la salute degli atleti.

Il 9 novembre è prevista la prossima udienza, nel corso della quale la parola passerà all’avvocato Chiappero e al pool di difesa della Juventus. Si va verso tempi abbastanza celeri, con la sentenza prevista entro la fine dell’anno. In casa bianconera sono in molti a trattenere il respiro e a trepidare.

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