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Torino e Ljajic: De Biasi “preservare il talento”, Camolese “rispetti gli equilibri”

Esclusiva / I due ex mister granata a confronto sul fantasista serbo: meglio la qualità o lo spogliatoio?

Marco Parella

Due icone del calcio granata forse più “povero”, ma più sanguigno degli ultimi decenni. Due mister diversamente simili che, forse in colpevole sordina, hanno lasciato tracce importanti nella storia del Toro con la T maiuscola. A loro è affidato, tra le varie altre domande, il commento su una delle questioni più spinose di questa stagione: Ljajic sì o Ljajic no? Il confronto tra Gianni De Biasi e Giancarlo Camolese.

A Cagliari una vittoria bifronte: male il primo tempo, strabordante il secondo. Basta questo per dare segnali di risveglio?

De Biasi: Il Toro è una squadra con potenzialità importanti, serve solo metterle nella giusta direzione. Mazzarri ha iniziato benissimo nelle prime partite, ma non è facile. Da Cagliari è importante portare a casa il cambio di rotta nel secondo tempo, la sistemazione con la difesa a tre e un centrocampo diverso. La vittoria ha dato nuovi stimoli e nuova linfa. Forse è esagerata la goleada al cospetto di un Cagliari sottotono, ma dopo un primo tempo così non era scontato sbloccare il match. Adesso è il momento di trovare gli equilibri e far convivere giocatori di qualità.

Assist perfetto: Ljajic deve giocare sempre o è più importante salvaguardare gli equilibri, come ha detto Mazzarri?

De Biasi: È un giocatore straordinario, ma, come si dice in Spagna, “tiene un poquito ganas de cariño”, bisogna coccolarlo. Ljajic vuole sentirsi importante e non uno dei tanti, perché non è uno dei tanti è un talento e i talenti, quando uno li ha, devono essere tenuti in palmo di mano. Il bravo allenatore è colui che sa far convivere il talento con gli operai, deve saper maneggiare lo spogliatoio e la testa dei giocatori.

Camolese: Da allenatore mi piacerebbe che il talento rispettasse gli equilibri che una squadra deve avere. Soprattutto, vorrei che il talento, nel momento in cui arriva un nuovo tecnico con un nuovo modo di vedere il calcio, lavorasse in settimana nel modo giusto per far colpo. Dal punto di vista tecnico può essere utile per servire meglio Belotti o, grazie alla sue qualità individuali, per risolvere le partite contro squadre molto chiuse, ma il talento deve rispettare i principi della squadra. Non c’è nessun allenatore che tiene fuori i giocatori più forti se questi dimostrano di esserlo in tutto e per tutto.

Il Camolese mister, però, non si fece troppi scrupoli a richiamare dalla tribuna un Ferrante in rotta con la società. Parallelismo molto vago, ma contraddittorio con la sua opinione su Ljajic?

Camolese: Un allenatore deve essere coraggioso e fare scelte per il bene della squadra, anche se qualcuna poi la paghi. A suo tempo io feci così e sono contento di averlo fatto. Un allenatore esperto come Mazzarri ha le sue idee ed è giusto che le porti avanti. Accontentare tutti è difficile, quindi il suo compito è quello di seguire la sua logica. In ogni partita e in ogni allenamento un allenatore ha delle risposte dai giocatori e a seconda di queste mette in campo quelli che pensa possano fargli vincere la gara.

In definitiva, ora Ljajic ha dimostrato di essere indispensabile in questo Toro o no? Anche alla luce del nuovo modulo 3-5-2...

De Biasi: Se deve giocare lo decide Mazzarri, non io, né i tifosi o i giornalisti. Nel 3-5-2 si può ritagliare un ruolo su misura e che gli piace da morire: uno, perché fa più gol; due, perché può mettere in porta le punte. Belotti si è sempre trovato meglio a giocare da unico attaccante, ma lui può essere il classico trequartista che agisce alle sue spalle.

Camolese: Non so se sia successo qualcosa con i compagni o con il mister, ma la convivenza di un gruppo ha sempre momenti di tensione. Però poi c’è un avversario comune che è quello della domenica e lì bisogna ricompattarsi tramite il gioco e i sacrifici nei 90 minuti. Ljajic in campo ha dato le risposte che ogni tecnico vuole, è entrato e ha fatto bene. Ora, se vuole continuare una carriera da professionista di altissimo livello, deve trovare la maturità in settimana e la continuità la domenica. Il tandem Belotti e Immobile si era integrato e ha segnato molto, ma è ovvio che se metti un altro attaccante di fianco al Gallo, poi i due devono giocare insieme, non per se stessi. Il Toro ha tante alternative di qualità in avanti, ma sfortunatamente non le ha mai potuto vedere in forma contemporaneamente. Falque, Niang, Belotti e Ljajic al top all’unisono vorrebbero dire dolori per qualsiasi avversario.

 VIENNA, AUSTRIA - MARCH 26: Gianni de Biasi, the Albania manager issues instructions during the international friendly match between Austria and Albania at the Ernst-Happel-Stadion on March 26, 2016 in Vienna, Austria. (Photo by David Rogers/Getty Images)

Questa sera arriva il Crotone. Cosa dobbiamo aspettarci?

Camolese: Contro la Fiorentina i rossoblù hanno provato a giocare per tutta la partita, sono una squadra ben organizzata, ma che rimedia un sacco di ammonizioni e ha qualche infortunio. Arriveranno a giocare una partita importante per la loro classifica con qualche assenza grave. Il Toro ha necessità di ritrovare il rapporto con il suo pubblico con una bella prestazione al Grande Torino, cosa che manca da troppo tempo.

De Biasi: Se giochi contro il Crotone puoi anche azzardare due esterni che spingono e difendono, due centrocampisti davanti alla difesa e un trequartista come Ljajic con le qualità per andare in porta. Ma i granata hanno tante possibilità, non fossilizziamoci sul 3-5-2 per una vittoria sul Cagliari. Vuoi mettere i quattro più forti tutti in campo? Con un bel 4-2-3-1 ragionato si può fare.

Il finale di stagione è soltanto utile a Mazzarri per pianificare il futuro?

Camolese: Io ci andrei piano. Il Toro deve cercare di fare più punti possibili e scalare qualche posizione in classifica. Poi magari dai qualche chance in più a quei giocatori che devi ancora valutare. Però non buttiamo via punti inutilmente, perché c’è un pubblico che viene allo stadio per veder vincere la propria squadra e i giocatori portano in giro una maglia gloriosa. Insieme alla pianificazione per giugno bisogna coniugare i risultati.

De Biasi: L’ambiente granata è particolarissimo perché ti dà molto, ma ti toglie anche qualcosa per un pizzico di pressione che ti mette. Sono comunque convinto che i giocatori che conoscono la piazza sappiano gestirla e anche i più “nuovi” sono calciatori di spessore. Dallo scorso anno la rosa è cresciuta molto dal punto di vista qualitativo, a iniziare dal portiere a Nkoulou e avanti. Perciò credo che sia una squadra destinata a fare un finale di campionato importante, dipende dalla condizione fisica e da quanto i calciatori si sentono ancora desiderosi di stupire pubblico, mister e società.