Scommessa in prospettiva per il Toro, che nel pomeriggio di ieri ha annunciato l'acquisto a titolo definitivo di Magnus Warming. Nato l'8 giugno del 2000 a Nykøbing Falster, in Danimarca, Warming è un jolly d'attacco che ha giocato l'ultimo campionato con la maglia del Lyngby (squadra appena retrocessa nella seconda serie del campionato danese).
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Toro, chi è Magnus Warming: carriera, numeri e caratteristiche del nuovo acquisto
Jolly offensivo classe 2000, nell'ultima stagione ha giocato con il Lyngby nella massima serie danese
LA CARRIERA - Warming ha mosso i primi passi tra le fila del Nykøbing, squadra della sua città. Quindi nel 2015, quando ancora giocava nelle giovanili, è stato acquistato dal Brondby. Con quest'ultimo club ha proseguito il percorso nel settore giovanile, arrivando a debuttare nel massimo campionato danese quando doveva ancora compiere 17 anni. Nel gennaio del 2019 arriva quindi il ritorno in prestito al Nykøbing, nella terza serie danese, dove mette in fila 24 presenze e realizza 5 reti e 5 assist. Un rendimento che convince il Lyngby, nel gennaio del 2020, a prelevarlo a titolo definitivo. Il bottino messo insieme nei diciotto mesi è di 6 reti in 38 presenze complessive. Nell'ultima stagione, disputata nella massima serie danese ma terminata con la retrocessione, Warming ha disputato 30 partite (di cui 14 da titolare) condite da 4 gol e un assist. Per il resto, da segnalare anche 3 presenze (di cui 2 a giugno) nelle nazionali giovanili della Danimarca.
LE CARATTERISTICHE - Il nuovo acquisto del Toro è sicuramente un giocatore molto duttile. Al suo approdo al Lyngby, nel gennaio del 2020, il tecnico dei danesi ne sottolineò la capacità di giocare in tutti i ruoli del reparto avanzato. Andando ad analizzare le zone di campo occupate maggiormente, emerge come il ventunenne prediliga partire molto largo dalla sinistra per accentrarsi sul suo destro. In carriera non sono comunque mancate le partite anche sull'altra fascia ma soprattutto da centravanti, complici anche i 188 centimetri di statura. Difficile dare un giudizio approfondito di un ragazzo che ha destato sì buone impressioni, ma in un campionato dal coefficiente di difficoltà nettamente inferiore alla Serie A. Limitandosi solamente ai dati statistici, emerge una particolare abilità nel dribbling: nell'ultima stagione una media di 3,1 riusciti ogni 90', un dato che lo ha fatto risultare terzo miglior dribblatore nel campionato. Elevato anche il numero di palloni giocati in area, 5,1 a partita, che lo hanno fatto invece risultare quinto. Numeri che possono servire ad inquadrare la tipologia di giocatore: ora la palla passerà al lavoro sul campo in un nuovo e decisamente più difficile campionato.
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