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Toro, il cambio modulo è la giusta chiave: copertura maggiore, e le mezzali…

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La lavagna tattica / Il centrocampo a due non si è adatto a questi uomini: Niang ha bisogno di giocare, ma nel suo ruolo naturale
Lello Vernacchia

Domani sera il Torino affronterà il Cagliari, e la partita sarà determinante per via dell'attuale situazione in casa granata: purtroppo i risultati parlano chiaro, è da un bel po' che il Toro non vince ma più che altro non convince, ed è da tempi non sospetti che sembra chiaro come questa squadra non possa giocare in questa maniera. Ribadisco che bisogna avere il massimo rispetto per Mihajlovic poichè bisogna riconoscergli la convinzione e la perseveranza sulle sue idee, ma ci sono state troppe partite in cui è emerso che questo modulo non funziona su questo Toro. Adesso, con ogni probabilità, farà un passo indietro ed opterà per il centrocampo a tre, e proprio questa può essere la chiave giusta per dare l'attesa svolta.

Le alternative sono dunque due: il 4-3-3 o il 4-3-1-2 con centrocampo a rombo. Il rombo però va bene se anche i tre uomini d'attacco scendono a difendere, perchè ci sono 60 metri di campo da tenere tra difesa ed attacco. Piuttosto, la soluzione migliore potrebbe essere tornare al tridente con Ljajic spostato a sinistra. Acquah e soprattutto Baselli con la mediana a tre tirano fuori molta più qualità, ed il secondo ha molte più possibilità d'inserirsi e creare gioco. A livello di singoli, nonostante le ultime prestazioni in una partita come questa lasciare fuori Niang significherebbe massacrarlo a livello mentale: può essere invece la sua partita se gioca nel suo ruolo naturale, ovvero quello di punta. Lui non è adatto a stare esterno: esistono giocatori - come per esempio Mandzukic - in grado di adattarsi e farlo anche bene, Niang invece non si sa adattare e quindi il Toro finisce per giocare con un uomo in meno in fase di non possesso; nelle occasioni in cui magari non rientra Iago Falque si gioca con due in meno, e il centrocampo è solo a due. Non è che con il 4-3-3 o con il 4-3-1-2 si vincono le partite, ma si torna al discorso della fase di non possesso: Ljajic in questa fase deve giocare sul centrocampista basso avversario, non può limitarsi al giocare a palla ricevuta.

Il Cagliari non ha dei giocatori di qualità immensa, però bisogna tener conto che a un secondo dalla fine con il Benevento era 1-1, poi Pavoletti gli ha risolto la partita. Lopez è arrivato e ha vinto. Non verranno a Torino per stare a guardare, le motivazioni dei loro giocatori saranno raddoppiate. Bisognerà dunque fare molta attenzione a Pavoletti e soprattutto a Joao Pedro, con Valdifiori su di lui a uomo. Il Cagliari, che sarà probabilmente schierato con una difesa a tre, farà una partita molto tattica partendo molto abbottonato e cercando spesso il contropiede. In fase di non possesso il Toro dovrà fare ancora più attenzione poichè, con la difesa a tre, possono salire anche i tre difensori e creare la superiorità numerica. L'arma fondamentale per bucare questo tipo di retroguardia saranno, se fatte a dovere, le imbucate derivanti dalle invenzioni di Ljajic e Baselli

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