I casi sono due: o i medici delle squadre professioniste sono in realtà degli sciamani magici che con la sola imposizione delle mani riescono a far svanire anche i dolori più atroci, oppure il calciatore è quello che in gergo (edulcorato) si definisce “un’irritante e furba femminuccia”.
Di fronte a un’abitudine che ormai si è estesa anche ai campetti di provincia sarebbe bello mettere in atto qualche provvedimento finalizzato a limitare l’abuso di questa perdita di tempo tesa principalmente a sabotare ripartenze avversarie o situazioni pericolose.
Attualmente vige un’interpretazione troppo soggettiva su chi deve essere a fermare il gioco, se l’arbitro o il giocatore con la palla.
Sei dolorante a terra e hai bisogno della barella per uscire? Stai fuori almeno 3 minuti per riprenderti. Ti rialzi vispo e sano dopo aver urlato come una donna in sala parto? Ammonizione per simulazione. A voi la parola.
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