Ma non tutti reagiscono come la Fiorentina: prendiamo l’esempio della Roma. I giallorossi si trovano sull’orlo della bancarotta ormai da anni. Critiche alla presidenza della Sensi, manifestazioni contro la società. E una squadra che fatica ad andare avanti, tra una vittoria importante e una sconfitta senza dignità che si susseguono, rendendo difficile capire quali saranno le sorti di questa squadra.
Ma guardiamo esempi più vicini alla sfera granata: anche una retrocessione in una serie inferiore può essere motivo di distacco. Quando tutto va male è dura trovare la forza di andare allo stadio, di stare vicini alla squadra, di metterci il cuore. E non tutti reagiscono nello stesso modo ad una sconfitta pesante, non tutti riescono a rialzarsi in fretta. Reggina e Lecce, ad esempio, dopo la retrocessione in serie B della scorsa stagione hanno iniziato un campionato tentennando, senza un vero programma in corso.
Ma in tutto questo, dove si posiziona il Torino? Il popolo granata è famoso per la forza di non mollare mai. Neanche nelle crisi più nere, neanche dopo retrocessioni, cessioni di giocatori importanti, non si è mai tirato indietro. Ci sono state scaramucce con la società, ma è normale che sia così quando niente gira. Ma la realtà è che il Toro reagisce in Fiorentina style: unità, forza, senza mai perdere di vista l’obiettivo. E questo obiettivo è la serie A, è la voglia di riemergere e di tornare grandi. E per questo ci vorrà la collaborazione di tutti: giocatori, allenatore, società, tifosi. Solo così si potrà fare quel salto di qualità che il Toro si merita. E l’importante è crederci, perché le qualità per emergere ci sono tutte.
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