Gli accordi di Dayton sanciscono la fine della guerra nel 1995, Ibievi? scappa cinque anni dopo. Bisogna rifarsi una vita, lontano da casa, senza mai dimenticare o rinnegare le proprie radici. Prima Svizzera, Basilea: un anno nelle giovanili e poi si va negli Stati Uniti d'America. La terra delle opportunità, si dice. E per Vedad va veramente così. A Saint Louis, nel Missouri, finisce di studiare: se non divento calciatore, dice, almeno posso contare su un'ottima istruzione. La fortuna, però, gli sorride: è in debito con lui e con altri tre/quattro milioni di bosniaci. Gioca nei Saint Louis Strikers, poi vola a Chicago. Tre presenze, tre gol. E' il 2004. In quel periodo, c'è un suo connazionale che allena uno dei club più forti d'Europa: Vahid Halilhodi?. Lo nota, ne intuisce le potenzialità e lo fa acquistare dal PSG. E' la grande occasione, ma le cose non vanno come voleva: annata storta, solo quattro presenze. E allora via in Ligue 2: ritrova la vena del gol con il Digione. Arriva la chiamata dell'Alemannia Aachen. Anche lì, non va benissimo, ma segna 6 gol che attirano l'attenzione dell'Hoffenheim. Insomma, la sua carriera sta prendendo una bella piega. Nel Baden-Württemberg ci rimane 5 anni: segna 48 gol in 123 partite. Non male. Ottiene la prima storica promozione in Bundesliga con l'Hoffenheim. Il 25 gennaio 2012 passo allo Stoccarda. Si rifà una vita in Germania ma non può dimenticare cos'è successo al suo paese. Qualcosa di infernale, che noi italiani possiamo solo lontanamente immaginare.
Come tutte le storie drammatiche, anche questa ha un suo lieto fine. Bellissimo, dolce e romantico, come un thè bevuto con la propria fidanzata alla Ba?arija di Sarajevo, magari ascoltando il muezzin che canta e invoca alla preghiera del tramonto. Il 15 ottobre 2013, Ibievi? segna in Lituania il gol decisivo che manda alla Coppa del Mondo la Bosnia. La prima della sua storia, da quando Tito è morto e la Jugoslavia non si chiama più così. Il 15 giugno 2014, ieri, nell'esordio in Brasile contro l'Argentina (partita persa 2-1 con onore) Ibievi? chiude il cerchio: segna il primo gol della Nazionale della Bosnia in un Mondiale. Il primo di tanti, perché questa squadra è forte e passerà il turno. Vedad Ibievi?, orgoglio di un paese intero, che ieri notte ha dimenticato problemi sociali, povertà, corruzione, e si è stretta (serbi e bosniaci assieme? Mi piace pensarlo ) in un abbraccio lungo 90 minuti. Tutti in piazza, con quella bandiera colorata che i tifosi all'uscita dello stadio, baciavano e sventolavano con amore e patriottismo.
Dal genocidio di Srebrenica al Mondiale in Brasile. Il passo è stato lungo e doloroso, sporco di sangue, macchiato da 100.00 morti. Ci sentiamo un po' tutti "figli della guerra", soprattutto noi tifosi del Toro, abituati da sempre a stare dalla parte degli oppressi e non degli oppressori. Forza, Bosnia.
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