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Liverpool, cori e silenzio alla prima senza Diogo Jota

Matteo Curreri
I Reds hanno ricordato contro il Preston North End il compagno scomparso tragicamente lo scorso 3 luglio

Una notizia sconvolgente, che va oltre la passione per il calcio. Quando, lo scorso 3 luglio, è arrivata la tragica notizia della scomparsa di Diogo Jota e di suo fratello André , il mondo del calcio si è fermato. In quei momenti, è sembrato giusto prendersi una pausa e riflettere su quanto la vita possa essere ingiusta. Nei giorni successivi, si sono susseguiti omaggi e tributi in memoria dell'attaccante portoghese del Liverpool, un campione amato da compagni, tifosi e avversari. Per i Reds, è stato uno shock profondo, difficile da elaborare, soprattutto in questa delicata fase di avvio stagione. Un prima e un dopo: un Liverpool con Diogo e un Liverpool senza Diogo.

Liverpool, il ricordo di Jota

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Oggi, la squadra è scesa in campo per la prima volta con la consapevolezza di portare dentro di sé il ricordo di un compagno, un amico, un fratello. Un’assenza ingombrante, un vuoto con cui sarà difficile convivere. Il calendario segnava la prima amichevole pre-stagione contro il Preston North End. Prima del fischio d’inizio, dagli altoparlanti sono risuonate due esecuzioni toccanti: “Can’t Help Falling in Love di Elvis Presley e l’intramontabile “You’ll Never Walk Alone”, mai così carica di significato come in questo momento. Il settore ospiti, gremito di bandiere e sciarpe, ha intonato cori prima di unirsi in un minuto di silenzio, osservato in modo impeccabile. Anche il capitano dei padroni di casa, Ben Whiteman, ha reso omaggio depositando un mazzo di fiori sotto il settore riservato ai tifosi del Liverpool. Al 20º minuto, tutto lo stadio si è nuovamente unito nel ricordo di Jota, cantando un coro a lui dedicato.

Diogo Jota: le parole di Arne Slot

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Poco dopo è arrivato il gol di Conor Bradley, che ha rivolto lo sguardo al cielo durante il rientro nella sua posizione. Darwin Núñez ha raddoppiato ed esultato imitando due celebri gesti del portoghese. Infine, Cody Gakpo ha segnato il terzo gol nella vittoria per 3-1, alzando poi due dita verso il cielo per indicare il numero 20, quello che Jota portava sulla schiena e che il Liverpool ha deciso di ritirare a tutti i livelli del club: nessuno, dopo Diogo, indosserà più quella maglia.

"È difficile trovare le parole giuste e fare le cose giuste – ha dichiarato Arne Slot a Sky Sport – Cosa è appropriato? Possiamo allenarci di nuovo? Possiamo ridere di nuovo? Possiamo essere arrabbiati per una decisione sbagliata? Forse dovremmo affrontare questa situazione come lo faceva Jota: sempre se stesso, in ogni situazione. Che parlasse con me, con i suoi compagni di squadra o con lo staff, è rimasto fedele a se stesso. Se vuoi ridere, ridi. Se vuoi piangere, piangi. Se vuoi allenarti, allenati. E se non vuoi, non devi. Sii te stesso. Non pensare di dover essere diverso da ciò che ti dicono le tue emozioni. Era un campione per la sua famiglia, soprattutto perché era sposato. Un campione per il suo Paese, perché ha vinto la Nations League, un Paese a cui teneva tanto. E un campione per noi, vincendo la Premier League".