Focus on / Le parole del numero dieci granata fanno ben sperare: il giocatore sembra finalmente maturo e ora vuole prendersi il Toro e la Serbia
Adem Ljajic è uno di quei giocatori a cui non si riesce a non concedere un’altra opportunità. Lo vedi girovagare in campo indolente, quasi triste e pensi che la tua squadra possa farne a meno. Poi nei momenti buoni entra in campo, prende il pallone, illumina la partita e ti fa innamorare: non ci sono vie di mezzo, è uno di quelli da prendere o lasciare. Una parabola che i tifosi del Toro conoscono bene visto che si è ripetuta più volte nelle due stagioni all’ombra della Mole. Ora, dopo questo finale di campionato tutti sperano di osservarne solamente la fase ascendente. Da Cagliari in poi si è ripreso la scena a suon di goal, assist e km macinati aumentando, però, i rimpianti: sarebbe andata diversamente con un Ljajic così dall’inizio. “Forse il problema era la testa, e in campo si vedeva: ma ora l’ho rimessa a posto”. Che la partita in Sardegna sia stata la svolta di un’intera carriera?
SESSIONE ESTIVA - Il Torino si augura di sì e proprio l'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport lascia ben sperare: è quantomeno una dichiarazione di intenti ben precisa quella di Adem Ljajic nei confronti del club e dei tifosi. Sono parole pronunciate da un giocatore finalmente maturo, che conosce i propri limiti ed è fortemente intenzionato a superarli. L’aspetto mentale che non gli ha mai permesso di compiere il salto di qualità definitivo, può diventare un punto di forza da abbinare al suo talento innato. E per il serbo è subito tempo di esami di maturità: prima c’è un Mondiale da mina vagante con la Serbia e poi il Torino da caricare sulle spalle in direzione Europa League che proprio lui fissa come obiettivo: "Ci riproveremo con ancora più convinzione".