"Vittime sicure: Iuliano, Vialli, Bachini", afferma. Di questi, il primo (suo figlio) era stato squalificato per due anni, il terzo addirittura a vita, il secondo non é mai stato toccato da vicende di droga. "Bachini a causa della droga ha visto stroncata la sua carriera", continua, "ma sono decine e decine i calciatori vittime dello spaccio di Padovano. In questi anni ha tenuto stretti contatti di spaccio anche con qualche giornalista spacciatore cosentino", prima di urlare: "Padovano è un cancro da estirpare!".
Mentre alcuni contatti Facebook esprimono la propria vicinanza all'uomo ("Mi dispiace tantissimo per tuo figlio"), Alfredo Iuliano rivela come, quando Mark era un ragazzino nel Cosenza, il futuro attaccante della Juventus fosse il suo idolo, e questo spiegherebbe il grande ascendente che avrebbe poi esercitato sul difensore. Racconta poi: "Padovano era un trovatello cresciuto in un orfanotrofio, spacciava già da ragazzo, Dio gli diede l'opportunità di cambiare, invece portà la sua diabolica inclinazione anche nel calcio. E' stato devastante". Trasuda un'amarezza infinita, com'é ovvio, il discorso di questo genitore.
In un Paese serio, e soprattutto dotato di una Giustizia Sportiva seria come il nostro ha dimostrato a più riprese di non essere (ultima, la sentenza su Padova-Torino di ieri), verrebbe aperta immediatamente un'inchiesta.In un Paese libero, e soprattutto dotato di una libera stampa come il nostro é stato dimostrato (anche da rapporti internazionali) non essere, verrebbe data anche grandissima eco a questa vicenda che potrebbe toccare personaggi ed ambienti importanti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)