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TURIN, ITALY - OCTOBER 23: Matteo Rubin of Torino FC competes for the ball with Antonio Busce' of Reggina Calcio during the Serie B match between Torino FC and Reggina Calcio at Olimpico Stadium on October 23, 2009 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Difensore al Torino dal 2007 al 2010, Matteo Rubin è stato intervistato a DoppioPasso Podcast. Tra i temi toccati, inevitabile, da ex giocatore granata, esprimere un proprio pensiero anche riguardo al difficile rapporto tra il presidente del Torino Urbano Cairo e i tifosi. A questo proposito, Matteo Rubin ha commentato: "Cairo è un bel personaggio. A livello dei tifosi non riesco ancora a capire perché lo contestino. Torino è una piazza importante, loro vorrebbero magari l’Europa League e tutto. Però questo (Cairo, ndr.) i soldi li ha tirati fuori. È vero che magari loro vedono che lui ci guadagna…ma fa l’imprenditore. Con Ventura il Toro era arrivato in Europa League e loro volevano mantenere quello standard lì, come fa il Bologna". L'ex difensore granata ha raccontato anche come si è evoluto il rapporto di Cairo con i propri collaboratori nel tempo: "Lui fa fatica, almeno quando c’ero io, a fidarsi delle persone. Ha cambiato tanti allenatori, tanti direttori. Voleva mettersi in mezzo un po’ lui. Adesso non so, penso siano cambiate un po’ le cose. Aveva trovato un direttore con Petrachi che comunque gli aveva fatto fare bene. Poi non so se con Petrachi aveva litigato oppure Petrachi se n’era voluto andare".
In conclusione del discorso, da calciatore Rubin ha anche fatto un passo avanti, sostenendo che le colpe di questa situazione non siano attribuibili soltanto al presidente Urbano Cairo. Così l'ex difensore granata a riguardo: "Pesante stare sempre a metà? È vero…però quante responsabilità dai al presidente? Il 50%? E il restante? Se hai una squadra che non è capace è un conto, ma se sono capaci la responsabilità maggiore sta nei giocatori. Quando c’ero io tra giocatori e allenatori ne ha cambiati tantissimi. Poi ha trovato il suo equilibrio. Quindi bene o male i giocatori, il direttore li ha trovati. La sua stabilità l’ha trovata. Secondo me non è solamente colpa sua ma nel momento in cui compra i giocatori o si affida a un direttore anche loro devono prendersi la loro responsabilità. Quando siamo retrocessi a Torino, va bene che ha cambiato allenatore, ma in campo andavamo noi. Esistono le annate in cui non ne va bene una, ma alla fine in campo ci vai tu".
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