Ogni allenatore prende qualcosa da chi lo ha allenato durante la carriera. Cosa le hanno “rubato”?
Difficile dirlo perché ormai sono due professionisti fatti e finiti che hanno raggiunto grandi traguardi. Io ero molto esigente, non concepivo scuse e ritardi, per esempio. Non ho mai fatto distinzioni per nessuno, altrimenti avrei perso il rispetto del gruppo.
Mazzarri e Di Francesco sono due allenatori che, effettivamente, sanno farsi rispettare.
Bisogna dare l’esempio innanzitutto. I giocatori, e parlo da ex giocatore, sono dei figli di buona donna, guardano e osservano tutto. Per questo bisogna avere una società solida alle spalle, ma soprattutto essere leali con la squadra.
In che senso?
Un tecnico deve innamorarsi di tutti i suoi “figli” e sapere che quelli che soffrono di più sono quelli che non giocano. Non bisogna allontanarli, anzi, prima vengono proprio loro. Perché chi gioca ha la fortuna di andare in campo e deve rendere tre volte di più per rispetto ai propri compagni.
Da giocatore meglio Mazzarri o Di Francesco?
Erano molto diversi tra loro. Uno era più un giocolieri, l'altro un lavoratore. Sono entrambe figure importanti in una rosa perchè sono i lavoratori a fare la squadra, ma se io consumo i trequartisti facendoli correre in ripiegamento poi non mi danno più quella qualità per vincere le partite.
Meglio il Toro di Mazzarri o la Roma di Di Francesco?
La Roma ha un tasso tecnico più elevato, ma nel calcio di oggi conta poco. Il Toro è una squadra che non molla mai, è tosta e in Serie A serve determinazione e crederci fin oltre il novantesimo. Sono due squadre vogliose, bisogna sudare in campo e poi vedremo chi vince. Io mi godrò la partita.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)