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Totti e il ripostiglio “abusivo”: scontro con il Campidoglio

Matteo Curreri
L’ex capitano giallorosso in battaglia legale per un deposito vicino alla piscina di casa

Francesco Totti, nell’immaginario collettivo romano e oltre, è da sempre “l’Ottavo Re di Roma”. Ma neppure chi ha incarnato per anni un ruolo quasi da monarca all’ombra dei sette colli può sottrarsi alle più quotidiane beghe amministrative. È quanto sta accadendo all’ex capitano della Roma, oggi impegnato in un vero e proprio braccio di ferro con il Campidoglio sulla legittimità di un ripostiglio nei pressi della piscina di Villa Axa, nella residenza di famiglia.

Il caso della sanatoria e la prima vittoria di Totti

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Come riportato dall’edizione romana del Corriere della Sera, il Consiglio di Stato ha rinviato al Tar del Lazio il processo relativo alla richiesta di sanatoria presentata da Totti nel 2016 – un anno prima del suo addio al calcio giocato – per un deposito di circa 63 metri quadri, utilizzato dai suoi familiari. La pratica, però, viene bocciata dall’architetto incaricato dal Comune, che giudica “non idoneo” il titolo edilizio presentato Nel 2023 la questione approda al Tar, dove in primo grado Totti ottiene una sentenza favorevole: il manufatto viene ritenuto legittimo. Roma Capitale, però, non si costituisce in giudizio, e la posizione dell’ex numero 10 sembra rafforzarsi. Ma la mancata costituzione, come rilevano i giudici amministrativi, è dipesa dalla mancata comunicazione da parte del Tar stesso dell’avvio del procedimento, impedendo così al Comune di difendersi.

Il Tar bacchetta il Comune

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Nel merito, il Tar ha poi rilevato che Roma Capitale ha respinto l’istanza senza motivazioni adeguate, ignorando i documenti presentati da Totti e senza attivare alcun contraddittorio. L’amministrazione avrebbe dovuto svolgere un’istruttoria approfondita, verificare nel merito i titoli depositati, e solo in seguito esprimere un eventuale diniego. Così non è stato. Ora, la palla torna di nuovo al Tar. E anche se lo scenario resta incerto, tra le ipotesi in campo c’è – almeno teoricamente – anche quella dell’abbattimento del celebre ripostiglio.