Il Toro di Ventura ha restituito un certo orgoglio ad una piazza che, dopo il fallimento, rischiava di perdersi nell'ombra, bloccata nel pantano delle leghe minori (caro Parma, ancora mi dispiace), tristemente dimenticata dai più.
E la dimostrazione d'affetto di ieri sera ne é la piena conferma, tanto quanto il botta e risposta di chi non ci sta. Di chi non dimentica gli 11 feriti (e meno male, poteva andare anche peggio!), di chi ad un certo punto é stanco di sopportare, patire, subire.
Questo Toro é pronto all'azione, anche e soprattutto in fase di mercato, dove ormai manca solo un tassello e poi la campagna acquisti potrà dirsi chiusa: salvo sorprese, sempre salvo sorprese.
Hernandez mostra continui segnali di apertura, ma l'ingaggio non se lo abbassa più di tanto. Belotti resta il preferito, ma il Palermo non lo vuole cedere (per ora), mentre Seferovic aspetta un segnale dal suo entourage, ormai in missione qui in Italia. E Defrel? Evitiamo di nominare Defrel, se n'é parlato a tal punto che il giocatore, ora, ha pensato bene di chiedere fino ad un milione di euro all'anno.
Petrachi attende il momento opportuno per piazzare il colpo, sfruttando un gioco ad incastri che ad oggi stenta a decollare. Nel mentre la squadra mette a fuoco la prima uscita ufficiale: aria nuova, vita nuova, vecchio Toro. Magari non proprio come quello di un tempo, ma la strada é quella giusta...
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