Ma alla vigilia della seconda parte del ritiro non c’è solo Ricardinho nelle mire della dirigenza. Simic, Barone, Makinwa, Pizarro, Cruz e Bogdani sono qualcosa più che nomi sul taccuino di Tosi. Questo è il momento del “campionato dei dirigenti” per questo in via Arcivescovado stanno alzando il ritmo di incontri e telefonate con colleghi e procuratori. Dopo un giro di orizzonte fra gli addetti ai lavori, è possibile avere due certezze e una sensazione. La prima riguarda l’operare silenzioso della dirigenza granata che si mantiene fedele al precetto presidenziale del “prima facciamo e poi diciamo”. Cairo sempre così ha fatto e gli dà ragione il precedente del presidente bolognese Cazzola che ha perso, per eccesso di fiducia, il bravo Ferreira Pinto annunciato prima della firma e poi finito all’Atalanta. Con buona pace di Zaccarelli, con cui i rapporti si sono irrigiditi di colpo.
La seconda certezza è che un grande nome arriverà: pur facendo molta attenzione al bilancio, Cairo vuole dare un segnale forte a squadra, tifosi e concorrenza e ha tutto per riuscirci. L’incasso dei 15 milioni da Mediaset per una parte dei diritti televisivi, il rinnovo delle sponsorizzazioni con Reale Mutua, Asics e Beretta ha portato nuova linfa alle casse granata, che starebbero sicuramente meglio senza la grana stadi a frenare la corsa all’abbonamento. Se ieri sera l’incontro con il dg palermitano Foschi e i procuratori Fabbri e Martina non ha permesso di sbloccare positivamente la situazione del duo Barone-Makinwa, non è detto che non ci possano essere sorprese nelle prossime ore. Con il Palermo è “solo” una questione di liquidità: il Toro vuole comprare, i siciliani non possono che cedere a fronte della volontà positiva di Barone di tornare al nord. Il punto, in questo caso, è Makinwa e il giocatore alla “fredda”, climaticamente parlando, Torino preferisce la calda Roma dove troverebbe Delio Rossi suo mentore all’Atalanta. Il punto è che Cairo oltre ad acquistare Barone a una cifra più bassa di quella (eccessiva) voluta dai rosanero vuole il prestito con diritto di riscatto di un validissimo giocatore ma non molto motivato a questo cambio di casacca.
La sensazione è che qualcosa di interessante si potrebbe sbloccare già prima della fine del ritiro in Valle Sesia. Infatti non c’è solo Barone nel mirino di Cairo. Lo stesso discorso fatto per il centrocampista campione del mondo vale per Cruz e Pizarro. Ma in questo caso l’arrivo di Vieira, i rapporti tesi fra il cileno e Mancini e quelli cordiali fra lo stesso Cairo e Moratti potrebbero favorire una conclusione diversa e più rapida della trattativa. Non dimentichiamo che, agli albori della cavalcata verso la serie A, fu proprio il patron dell’Inter a “prestare” per alcuni giorni al manager alessandrino divenuto presidente una parte dello staff di segreteria. Chissà che a questo primo scambio di favori non ne possa seguire un altro che sancisca il connubio definitivo fra carte bollate e pallone.
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