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Serie A, taglio stipendi: scontro Lega-Aic, verso trattative squadra per squadra

LECCE, ITALY - NOVEMBER 03:  Lega Serie A winter balls are shown prior the Serie A match between US Lecce and US Sassuolo at Stadio Via del Mare on November 3, 2019 in Lecce, Italy.  (Photo by Maurizio Lagana/Getty Images)

Il punto / Ieri si è svolta un'Assemblea straordinaria: l'argomento principale è stata la riduzione degli stipendi

Luca Sardo

Ogni club tratterà con i propri calciatori a seconda di quanto durerà lo stop per l’emergenza coronavirus. E’ lo scenario più probabile per quanto riguarda il taglio degli stipendi, dopo lo scontro tra Lega Serie A e Assocalciatori. Ieri i presidenti dei club di A hanno parlato in videoconferenza, raggiungendo delle linee guida d’applicazione comuni. Tutti i club sono uniti, ad esclusione della Juventus che ha già trovato l'accordo con i propri calciatori. L’assemblea ha evidenziato le modalità con cui i club vorrebbero intervenire per ridurre al minimo i danni economici a causa del coronavirus: "Una riduzione pari ad un terzo della retribuzione totale annua lorda (ovvero quattro mensilità medie onnicomprensive) nel caso non si possa riprendere l’attività sportiva, e una riduzione di un sesto della retribuzione totale annua lorda (ovvero due mensilità medie onnicomprensive) qualora si possano disputare nei prossimi mesi le restanti partite della stagione 2019-2020". Si partirebbe inizialmente dal taglio di marzo e aprile, poi eventualmente si taglierebbe anche maggio e giugno se il campionato non dovesse ripartire.

https://www.toronews.net/campionato/serie-a-ce-laccordo-tra-i-club-sui-tagli-degli-stipendi/

DURA RISPOSTA DELL'AIC - A seguito di questa comunicazione, sono arrivate le risposte dei vertici dell’assocalciatori: prima il vice-presidente Calcagno, poi il presidente Tommasi si sono espressi con termini non certo accondiscendenti. Poi in serata è arrivata la dura replica dall'AIC: "È una proposta vergognosa e irricevibile. Il comportamento delle Leghe è incomprensibile. La volontà, neanche tanto implicita, di voler riversare sui calciatori, mettendoli in cattiva luce, l’eventuale danno economico derivante dalla situazione di crisi, è un fatto che fa riflettere sulla credibilità imprenditoriale di chi dovrebbe traghettare il sistema calcio in questo momento di difficoltà".

COSA SUCCEDE ORA – Secondo lo scenario che prefigura La Gazzetta dello Sport, è probabile che senza una linea comune condivisa da tutte le parti in causa, ogni club decida di proseguire per la propria strada. Ogni club ha facoltà per trattare esclusivamente con i rispettivi tesserati: e si può dire che i dialoghi, come nel caso del Torino – lo ha confermato ieri Moreno Longo a Sky – sono ancora all’inizio. Senza dimenticare che il mese di aprile è ancora un’incognita: per ora il divieto di allenamenti dura sino al 13 aprile, dunque teoricamente dopo quella data potrebbero ripartire i lavori, salvo ulteriori proroghe da parte da parte del governo delle misure anti-contagio.