Torino-Lazio, gli incroci di mercato: D’Amico ‘il mulo’, cuore pulsante Muzzi

Torino e Lazio sono due società storiche della nostra Serie A che hanno dato vita a molti incroci di calciomercato. Molti di questi hanno avuto al centro dell'attenzione nomi importanti, che riportano ad antichi (chi più, chi meno) ricordi. Nel nostro fotoracconto ricordiamo, dividendoli per reparto, i giocatori più noti che sono passati direttamente dal club granata a quello biancoceleste: dal più risalente nel tempo, lo stopper brasiliano Benedicto Zacconi, al più recente, il mediano uruguaiano "Tata" Gonzalez. Roberto "Bob" Lovati è stato uno dei grandissimi della storia della Lazio. Nato a Cusano Milanino nel 1927, la Lazio lo pescò dal Monza nel 1954 per acquistarlo e poi girarlo in prestito al Torino. In granata debuttò in Serie A, non solo; giocò da titolare la stagione 1954-1955, conquistandosi la fiducia di mister Annibale Frossi che lo schierò per 33 volte. Dalla stagione successiva il ritorno alla Lazio, e fu un matrimonio durato tutta la vita. In biancoceleste è stato prima giocatore (135 presenze, con il ritiro nel 1976) e poi factotum dalla competenza e dalla versatilità più unica che rara, che fecero di lui uno dei simboli della lazialità; da allenatore, a vice allenatore, a Direttore Sportivo, Direttore Tecnico, Responsabile del Settore Giovanile, Allenatore della Primavera e infine osservatore, Lovati alla Lazio ha ricoperto tutti i ruoli tranne quello del presidente, fino alla morte sopraggiunta nel 2011. Oggi è a lui intitolata l'Academy della Lazio. Pedro Luis Cavanda è stato un altro elemento che la Lazio ha mandato in prestito al Torino per farsi le ossa. Il terzino belga-congolese, però, a differenza di Lovati in granata è stato una meteora; appena 3 presenze da gennaio a giugno 2011. Tornato in biancoceleste, ha messo a segno 50 presenze fino all'estate 2015, quando ha chiuso la sua avventura italiana per trasfersti ai turchi del Trabzonspor. Passando ai difensori centrali, ci sono da menzionare Benedicto Zacconi - stopper brasiliano che ha giocato in granata dal 1933 al 1935 e poi nella Lazio dal 1935 al 1939 - e Angelo Gregucci, tignoso difensore che al Torino arrivò all'età di 29 anni (stagione 1993-1994) dopo aver vissuto quasi una vita calcistica nella Lazio, dal 1986 al 1993. L'attuale tecnico dell'Alessandria, ironia della sorte, segnò l'unico goal dell'avventura in granata proprio all'Olimpico contro la Lazio. Ma il nome più eccellente è quello di Roberto Cravero. Figlio del "Filadelfia", è stato prima giocatore del vivaio e poi capitano della Prima squadra del Torino. Nell'estate del 1992, dopo la finale di Coppa Uefa contro l'Ajax, fu al centro di un intrigo di mercato che lo vide passare alla Lazio per 7,5 miliardi di Lire. Nella Capitale si fermò per tre anni e tornò poi alla casa madre granata nel 1995, per terminare la carriera nel 1998. Dopo 231 presenze come calciatore, nel Torino ha anche ricoperto i ruoli di Team Manager e Direttore Sportivo. Da una bandiera del Torino che passa alla Lazio, ora una della Lazio che passa al Torino: Vincenzo D'Amico, centrocampista dall'ottima tecnica che nel club capitolino è stato un perno della formazione capace di vincere lo Scudetto nel 1974, arrivò in granata nel 1980 come vero e proprio colpo di mercato firmato da Orfeo Pianelli, dopo 155 presenze e 16 reti in biancoceleste: la Lazio era in difficoltà economiche e aveva bisogno di liquidità. In cambio di 300 milioni e della comproprietà del giovane centrocampista Greco, D'Amico arrivò sotto la Mole, dove però non legò mai del tutto con squadra e ambiente. Dopo 26 presenze e una rete, nel giugno successivo ottenne di tornare alla Lazio, per 600 milioni, accettando di giocare in Serie B (la squadra era infatti nel frattempo retrocessa) pur di tornare al suo club del cuore. Ci rimase fino al 1986. Nel reparto mediano c'è anche Giorgio Venturin. Cresciuto nel Torino, dopo le esperienze in prestito a Cosenza e Napoli, disputò tre buone stagioni da protagonista tra il 1991 e il 1994, mettendo a segno 96 presenze e 3 reti. Mediano di corsa e intensità, passò alla Lazio nel giugno 1994, per 5 miliardi di Lire, su esplicita richiesta di Zdenek Zeman. In biancoceleste rimase fino al 1999 (con in mezzo un'esperienza al Cagliari), vincendo una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana. Infine, la trattativa più recente tra Torino e Lazio: quella riguardante Alvaro "El Tata" Gonzalez. Dopo cinque anni su buoni livelli alla Lazio, col passare del tempo ha accusato un calo delle condizioni fisiche e continui infortuni che lo hanno avvicinato repentinamente al "pre-pensionamento". Il DS Petrachi lo prende in prestito con diritto di riscatto dalla Lazio nel gennaio 2015: serviva un innesto a centrocampo, arrivò proprio l'uruguaiano, che però non si rivelò un vero rinforzo senza riuscire a entrare nelle rotazioni di Ventura. Per lui solo una presenza da titolare, contro l'Empoli. Oggi, sempre di proprietà della Lazio, è finito in prestito ai messicani dell'Atlas. In molti ricorderanno la prima settimana del settembre 2005: appena arrivato alla guida del Torino, Urbano Cairo usufruì di una proroga dei termini del calciomercato per allestire la squadra che, grazie al Lodo Petrucci, potè disputare la Serie B. Uno dei rinforzi fu Roberto Muzzi dalla Lazio: attaccante di 34 anni che alle spalle aveva tante e fortunate stagioni di Serie A alle spalle, anche se chiaramente nella parte finale della carriera. In granata Muzzi rimase per due anni, portando a casa una promozione storica e una salvezza nella stagione successiva, per la quale fu determinante una sua rete all'Olimpico contro la "sua" Roma. Per lui 57 presenze, 10 reti e soprattutto un carattere mai domo che gli permise di legare fin da subito con la piazza granata. Dopo aver chiuso la carriera al Padova, Muzzi è diventato allenatore: dopo sei anni nel vivaio della Roma, oggi fa il vice di Stramaccioni al Panathinaikos, mentre suo figlio Ramon è uno dei punti di forza della Berretti granata.