La memoria ha capacità straordinarie, plasma, rivitalizza, modifica, situazioni ed eventi storicamente vissuti in maniera spesso differente. Lungi da me difendere questa gestione del Torino, mi chiedo solo, risultati alla mano, cosa ci rende così critici, insofferenti, cupi. Io penso che una cosa il tifoso del Toro non sopporta: la sterile, improduttiva, ripetitività.
Ogni anno stessa spiaggia, stesso mare: i migliori ceduti, unica eccezione è stato Belotti forse per troppa ingordigia non per altro, una miscela poco organica di riciclati, anzianotti, speranze, azzardi, il tutto in un contesto asettico, poco passionale, senza ambizione, emotivamente anestetizzato.
La maniera di giocare i derby ne è l'emblema. Si possono cambiare allenatori e calciatori, ma senza ardimento, slancio, passione ed identità non si va nessuna parte, tanto meno in Europa.
La Dea docet.
Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.
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