“Non vorrei morire perché ho paura dell’inferno… perché amo il mio peccato”, scrive Verga in “Storia di una capinera”, ed è forse per questo che Giancarlo Abete si è riproposto per guidare la Fgci, incurante di tutti le sue negligenze passate, anche perché, per la regola della “damnatio memoriae” diventata aurea in Italia, nessuno ormai lega il suo nome a quelle negligenze.
Alessandro Costacurta, per gli amici Billy, in attesa del ritorno sulla plancia di comando di Giancarlo Abete, si sta dando molto da fare come vice del commissario straordinario della più importante federazione sportiva italiana, Roberto Fabbricini.
Billy, spero che l’ex campione del Milan non se la prenda per questo mio eccesso di confidenza, ha pensato bene di portare il calcio italiano in quel futuro(ah, sto benedetto futuro) da sempre negatogli, con l’istituzione delle seconde squadre dei club militanti nel massimo campionato italiano. Non deve aver visto, il nostro Billy nazionale, le inchieste sul calcio condotte dal programma “Non è l’Arena” sulle tangenti chieste ai giovani calciatori per procurarsi un posto nei “roster” di qualche squadra importante. Se Billy avesse visto l’inchiesta e ci avesse fatto qualche ragionamento su, forse avrebbe intuito il pericolo che si annida nell’istituire le seconde squadre in Italia. Avrebbe afferrato che la gestione di tanti cartellini, da parte delle squadre, ha ormai avviato una pratica poco chiara, e molto redditizia per alcune componenti del mondo del calcio, della gestione dei cartellini stessi. Ma forse spera che Giancarlo Abete, una volta tornato in Fgci, metterà in atto quella funzione di controllo a cui non è mai stato completamente devoto. Volere disperatamente un futuro disegnato da altri, senza comprenderne appieno le conseguenze, è una delle croci storiche della classe dirigente italiana. Fu questa voglia, temo, ad aver convinto la politica italiana ad aderire alla zona euro, senza prima riformare adeguatamente le strutture giuridico/istituzionali di questo straordinario e bellissimo Paese.
Il desiderio di volere assolutamente il futuro senza adeguatamente prepararlo, temo potrebbe portare nuove sciagure al calcio italiano se dovesse passare il progetto(all’attenzione della Fifa), di un nuovo campionato europeo di club, prefigurato e finanziato(con ben 24 miliardi di euro) dall’Arabia Saudita. Sui motivi geopolitici di questa manovra saudita parlerò nei giorni a venire, per ora vorrei solo trasmettervi la mia preoccupazione di una tale siffatta classe dirigente, che ha come preoccupazione non il futuro(che finiscono per scimmiottare sempre) ma bensì il perpetuarsi del loro potere, fruendo di una “Tavola Rotonda” immaginaria in cui continuamente scambiarsi di posto(tanto al resto pensa la “damnatio memoriae”), che potrebbe essere chiamata a gestire per il sistema calcio italiano un torneo di tale importanza. “Tutto cambi affinché nulla cambi”, faceva dire nel “Gattopardo”, ad un suo personaggio, Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Ed è la sensazione che proverebbe chiunque si approcciasse ad analizzare le cose italiche, annotando l’atavica cupidigia da sempre presente nella storia degli uomini. Scriveva Giovanni Verga:”contentati di quel che t’ha fatto tuo padre; se non altro non sarai un birbante”. Ma vallo a dire al futuro.
Di Anthony Weatherill
(collaborazione di Carmelo Pennisi)
Anthony Weatherhill, originario di Manchester e nipote dello storico coach Matt Busby, si occupa da tempo di politica sportiva. E’ il vero ideatore della Tessera del Tifoso, poi arrivata in Italia sulla base di tutt’altri presupposti e intendimenti.
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