A livello di risultati di prima squadra c'è stato un black out di circa un ventennio che ha prodotto effetti devastanti su un'intera generazione di tifosi. Negli ultimi anni le cose vanno meglio, Bilbao ha donato anche ai più giovani un racconto epico da tirare fuori di tanto in tanto e giocatori tipo Belotti hanno rinverdito la galleria di eroi granata che stava diventando un po' troppo polverosa... I tempi però sono cambiati e la società deve essere in grado di fare la sua parte: se non ce la fa con fragorosi risultati sul campo, deve poter provare a combattere con le armi moderne fuori dal campo. Il Filadelfia in questo senso è un potenziale asso nella manica: era il Tempio dove giocarono e vinsero gli Invincibili e per anni è stato il luogo dove si sono allenati campioni granata e sono cresciuti centinaia di giocatori dalle giovanili. Era il trait d'union tra i tifosi e la squadra, deve tornare ad essere il centro gravitazionale del mondo granata. Allora, mi chiedo, perchè non riavvicinare i giocatori ai tifosi, specialmente quelli piccoli, organizzando sessioni di allenamento della Prima Squadra aperte solo ai bambini, esattamente come fatto per la Nazionale? Perchè concedere questo "privilegio" ad una squadra di "estranei" come l'Italia e non farlo (magari non solo una tantum) con la propria squadra gratificando i propri piccoli tifosi? Perchè una società come il Toro, che paga stipendi molto alti ai suoi giocatori, non li "costringe" a dedicare del tempo (una o due ore a settimana) a fare sessioni di autografi e fotografie con i propri tifosi? Cosa impedisce a Cairo di poter utilizzare le prestazioni dei propri calciatori, anche fuori dal campo, per migliorare l'immagine della società che paga loro lauti salari?
Credo che insistere su questo tasto sia fondamentale per assicurare un futuro al tifo granata. I giovanissimi che tifano Juve li "compri" coi risultati, coi campioni, con il luccichio finto dei successi di plastica che tanto piacciono alle masse. I giovanissimi che tifano Toro, o che ancora non lo tifano ma vorrebbero un'alternativa alle solite squadre, li devi conquistare con fatica, ma con reciproca soddisfazione: una volta che abbracciano il granata, li avrai per sempre, nella buona e nella cattiva sorte. Se vuoi tifosi "veri", speciali, devi proporti in maniera "vera" e speciale. Avviciniamo il Toro ai bambini, facciamo scoprire loro che i suoi giocatori sono persone "normali" con un talento speciale, ma sono "normali": sono stati bambini anche loro e sanno cosa vuol dire avere sogni, speranze, aspettative e sono per di più l'esempio di quanta fatica e sudore si devono mettere per ottenere risultati. Il cortile del Filadeflia, che tante polemiche sta suscitando per la diatriba sulla sua perpetua apertura, deve essere il luogo in cui questo magico incontro avviene: i giocatori del Toro e i loro giovanissimi tifosi, insieme, a contatto, senza paura da una parte e senza riverenze dall'altra. Essere del Toro non potrà mai limitarsi ad essere una semplice operazione di marketing: ha un valore aggiunto economicamente non quantificabile. Per dirla come i Queen: it's a kind of magic...
Da tempo opinionista di Toro News, dò voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.
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