Questo non vuol dire che dobbiamo accontentarci, vuol dire dirigere le critiche verso la società nella giusta direzione: dieci anni di gestione e non avere una sede degna di tal nome, un campo di allenamento (arriverà solo grazie ai tifosi), un progetto di uno stadio di proprietà, cedere sempre tutti i migliori calciatori a cifre elevate e rimpiazzarli all’ultimo minuto con giocatori molto modesti, non va bene.
Operare in questa maniera significa guardare al futuro con scarsa propensione al miglioramento ed avendo quale massimo obiettivo quello di rimanere più o meno dove si è, anzi era, sempre stati.
scrivo come un paziente in analisi che, dissimula gioia per i bilanci da scudetto della sua squadra e cerca di prepararsi all’eventuale trauma di una vittoria di quelli là… Glik aiutami!
Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.
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