E dopo un giovedì passato a pensare che saltuariamente c’è giustizia in Terra, ecco che arriva il venerdì con la sua finale di Coppa Italia, e questa sì, che è un’esplosione di Primavera!
Il Toro giovane parte dal Filadelfia con la sua bella vittoria di andata contro il Milan e non si lascia abbagliare dalle luci, a San Siro. Gioca solido, con l’obiettivo di difendere il risultato già ottenuto. Ma non manca mai di coraggio e alla fine viene premiato dell’ulteriore soddisfazione di vincere anche il ritorno. Borello si infila proprio lì, nell’unico pertugio da cui è possibile forare, ed è gol!
E dopo il venerdì, ecco il sabato. Il Toro grande se ne va a Verona, nella testa ancora rimbombano i festeggiamenti per la Coppa Italia portata a casa dai Piccoli. Ma non è stimolo sufficiente per battere un avversario battibile. Per 90 minuti sembra sempre che il gol possa arrivare, ma la partita finisce con uno zero a zero che soddisfa solo il Chievo. Continuiamo a blindare e non subire gol, ma questa era la partita da spintonare e vincere, per accarezzare l’ipotesi di sorpassare Samp, Fiorentina e Atalanta. Nel calcio c’è chi vince e c’è chi perde, e poi c’è chi pareggia. Noi…pareggia.
Mi sono laureata in fantascienze politiche non so più bene quando. In ufficio scrivo avvincenti relazioni a bilanci in dissesto e gozzoviglio nell’associazione “Brigate alimentari”. Collaboro con Shakespeare e ho pubblicato un paio di romanzi. I miei protagonisti sono sempre del Toro, così, tanto per complicargli un po’ la vita.
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