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Stando al regolamento, la sfida viene condotta con dichiarazione scritta a mezzo raccomandata. A scegliere la squadra avversaria è il team che per primo, in ordine di tempo, ha lanciato la sfida. Chi la vince, tiene il trofeo. In caso di pareggio, la Palla rimane alla squadra detentrice. E gli animi si infervorano, i dirigenti bramano la palla, i giocatori aspirano a dimostrare di essere loro i soli atleti meritevoli di tenere tra le mani il trofeo d'argento. La Palla Dapples piace a tutti, tanto ai tifosi quanto alle squadre e ai giornalisti che si impegnano a edificarne il mito.
Dal 1903 al 1909 non c'era in Italia trofeo più ambito della Coppa Dapples. La stampa fece in fretta a pubblicizzare l'evento come qualcosa di irripetibile e irrinunciabile per chiunque ambisse a consacrarsi sul campo da gioco. In appena sei anni si disputarono 48 incontri. E la prima vittoria granata è datata 27 dicembre 1908. Per l'occasione, il Toro si presentò a Vercelli sfidando la detentrice di allora. Non si fece in tempo ad arrivare ai primi quarantacinque minuti e già i granata vincevano per quattro a zero. Il Pro, annichilito dall'impeto rampante della squadra avversaria, cedette la Palla Dapples.
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Il 3 gennaio fu la volta di una nuova squadra sfidante. Il match contro i rossoneri venne considerato da La Stampa l'equivalente della partita perfetta. 5 a 0 per i granata, una squadra elegante, forte e competitiva che regalò agli spettatori una delle migliori giocate della storia. Il 21 marzo toccò ai bianconeri, che il Toro ferì e sconfisse e annichilì in una delle partite più accese, feroci ed emozionanti dell'antica storia calcistica nostrana. Il Toro custodì il trofeo per un totale di quattro mesi, fino al 25 Aprile 1909, giorno di pioggia e di animi plumbei, dove la Palla Dapples passò tra le mani del Genoa, che riuscì a difendere il titolo solo una volta, perché i tempi erano ormai maturi per fiorire in altri tipi di competizioni e il campionato italiano assorbì le energie e l'attenzione dei tifosi relegando ogni altra coppa a uno status cimiteriale. Vale la pena rievocarne il prestigio, perché il trofeo Dapples incarnò per anni un modo di intendere il calcio che non si curava che di una cosa soltanto: vincere e dimostrare di essere i migliori ora dopo ora.
Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall’età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l’eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all’ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.
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