Bisogna ricordare che il Coni ha il ruolo “politico” della gestione dello sport italiano, e compito primario di un ruolo politico è quello di tutelare gli interessi di tutte le parti di cui è composto. Malagò deve avvertire come compito primario, quello di garantire i diritti di chi fruisce, come spettatore o tifoso, delle competizioni sportive indette sul territorio italiano. Lo spettatore o tifoso, sovente non ha voce in capitolo sulle decisioni prese nell’interesse (sic) dello sport. La sindrome oligarchica di cui è affetta la classe dirigente italiana, impedisce di prendere atto di uno sport competitivo, di cui il calcio è il re, che esiste perché è “visionato” con passione da milioni di persone. Milioni di persone che portano soldi e futuro nel mondo dello sport, milioni di persone ormai trattate alla stessa stregua di clienti di un ipermercato o di un villaggio vacanze. Tale modo di pensare ha portato al cosiddetto “campionato spezzatino”, rifilato attraverso degli abbonamenti venduti ad un prezzo non certo modico. Il presidente del Coni, inoltre, fa finta di ignorare, in modo grave, come questo “spezzatino” abbia contribuito ad uccidere gli sport dalle strutture professionistiche deboli e le gare live delle serie calcistiche minori. A pensar male, e purtroppo siamo costretti a farlo, parrebbe essere presenti davanti ad una forza lobbystica che ha come obiettivo di irreggimentare sempre di più il calcio, per far sì di restringere sempre più a pochi il potere decisionale sulle vicende dello sport più importante della penisola.
Chiudiamo dedicando un pensiero a soggetti stranieri, che hanno acquisito la proprietà di importanti club italiani: Inter, Milan e Roma. Volendo prenderla alla leggera siamo di fronte ad una cortina fumogena delle più inquietanti. Cortina fumogena alzatesi a causa della totale assenza della federazione, preoccupata solo di trovare una soluzione a precedenti proprietà ormai giunti con l’acqua alla gola o alla necessità di vendere a tutti i costi. Una cosa del genere si era verificata anche con la Sampdoria (dove un esausto Garrone ormai aveva un vero e proprio rigetto verso il mondo del calcio), portando la gloriosa società ligure in una zona d’ombra di difficile decifrazione. La sensazione, quando si vede una partita di calcio, è ormai sempre più spesso quella del ricordo di una felicità lontana, di uno sprazzo di gioia perduto nel tempo, manipolato da un qualche maleficio particolarmente sordido. Ma continuiamo a seguire questo straordinario sport, perché è capace di improvvisare emozioni uniche. Ricordare una bella frase di Roberto Benigni potrebbe far bene: "Siate felici! E se qualche volta la felicità si dimentica di voi, voi non vi scordate della felicità".
(ha collaborato Carmelo Pennisi)
Anthony Weatherhill, originario di Manchester e nipote dello storico coach Matt Busby, si occupa da tempo di politica sportiva. E’ il vero ideatore della Tessera del Tifoso, poi arrivata in Italia sulla base di tutt’altri presupposti e intendimenti.
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